Paris Haute Couture: Chanel, gonne corte e bermuda couture

L'importante per Chanel è sorprendere, sempre: quindi dopo averci abituato a scenografie di stagione in stagione più grandiose, stavolta la sfilata di haute couture è ambientata nel minimalismo estremo, bianco e razionale, di un involucro geometrico ispirato a una architettura di Le Corbusier, un attico del 1930 affacciato sugli Champs-Elysées.

Le Corbusier lo aveva progettato per il conte Beistegui e sul terrazzo aveva ideato un caminetto e uno specchio barocco inserito nella parete di cemento, in un gioco di contrasto con la purezza razionale della struttura. Karl Lagerfeld cerca lo stesso effetto e agli ospiti, seduti sulle seggioline dorate da atelier, offre una couture essenziale nelle forme, geometrica nella silhouette, ma molto lavorata e preziosa nei decori.

Le Corbusier a Versailles potrebbe essere il titolo per questa stagione di alta moda che sfila tra il bianco delle pareti e con la specchiera dorata sullo sfondo. Giacca, gonna corta e bermuda, un trio inusitato che viene declinato in tante varianti: la classica "petite veste" di mademoiselle Coco diventa anche un robe-manteau o un abitino redingote, a godet o a trapezio ma sempre ben sopra le ginocchia, lambite invece da calzoncini bermuda che sbucano come una sottogonna perfino nei completi da sera ricamati come marsine del Settecento. Grigio ferro e rosso mattone per il tweed di lana da giorno, talvolta perfino sfrangiato e da cocktail.

Argento e nero, bianco e oro antico per la sera dove il ricamo raggiunge opulenze orientali, bizantine. Ai piedi sempre sandali bassi allacciati con un nastro alla caviglia, in testa un mini kepì da legion straniera, messo al contrario. Il finale è una sposa regale con strascico da incoronazione e materno pancione.