Paris Fashion Week: il momento multietnico di Miu Miu
Un cambiamento radicale nel casting e una visione del mondo più ampia da Miu Miu, in una collezione che ha visto una grande stilista, Miuccia Prada, reagire al nostro mondo interconnesso, anche se lei personalmente cerca sempre di evitarlo.
L’italianissimo Miu Miu, marchio che sfila da molti anni a Parigi, ha frequentemente rappresentato, in termini estetici, la ricerca di un bilanciamento tra chic francese e gravità italiana. Ma questa stagione è stata notevolmente diversa per il brand.
Il suo cast era per la maggior parte non-caucasico; una grande novità per una famosa femminista nota per utilizzare sempre modelle bianche. Stavolta invece, le modelle dalla pelle più scura esibivano foulard o pettinature afro tirate indietro in chignon indossando vestiti da uomo: blazer di lana estremamente freschi e pantaloni da studente di scuola pubblica. Mixando le culture, i pizzi di Miuccia avvolgono come una guaina pressoché tutto – dalle camicie a scacchi ai top da atleta. Anche se la sua grande idea è stata la pelle per l’estate; spolverini aderenti e giacche doppio petto realizzate nella più leggera delle pelli d’agnello, rifinita con stampe a scacchi e di piante invasate.
“Ho guardato il mondo esterno, fatto di razze e posti differenti. Ho osservato che la gente in Europa o in Cina veste in modi diversi, ma anche le maniere diverse in cui le razze considerano la bellezza. Mi è piaciuto tanto lavorare con tutte le ragazze così differenti dello show di questa stagione. Le cose crescono e cambiano – e siamo molto più connessi in questo mondo”, ha detto la Prada, che ha ammesso di navigare sul web, ma ha anche tenuto ad aggiungere di non aver mai comprato un solo prodotto su Internet.
“Non personalmente, perché ho il privilegio di poterlo non seguire, ma la mia azienda si sta occupando anche dell’e-commerce” ha sottolineato. Aggiungendo che perfino i suoi due figli evitano i social media. “Quelli che chiamano millennials sono ormai diventati una categoria commerciale! Mah!”, ha aggiunto, precisando che non avrà mai un profilo Facebook o Instagram. “Do troppo valore alla privacy”.
È una stagione nella quale l’industria della moda ha fatto un apprezzabile sforzo per scoraggiare che sfilino modelle “taglia zero”, cosciente del fatto che mannequin di questo tipo potrebbero rappresentare un incoraggiamento all'anoressia tra le giovani donne. Da Miu Miu, si poteva notare un buon numero di modelle più piccole e curvilinee del solito, molte di origine africana; il cast con più giovani donne curvy di qualsiasi sfilata organizzata da un marchio di LVMH o Kering. Questi due grandi gruppi del lusso avevano annunciato che avrebbero bandito tutte le modelle al di sotto della taglia 34 in Francia (o 38 in Italia, o… zero negli USA), dai loro show.
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