Parigi: la grande parata olimpica di Marine Serre
Per i sei anni del suo marchio, Marine Serre ha voluto celebrare l'occasione mettendo in scena i Giochi Olimpici della moda rigenerata. Scommessa riuscita! Sabato sera, la 30enne stilista francese ha orchestrato una parata gioiosa e imponente nello stadio, immerso in un grande parco, del Lycée Michelet a Vanves, con una collezione dalla forte vena sportiva.
All'interno gli ospiti sono accolti da dei "volontari" vestiti con la t-shirt "State of Soul" (il titolo dato alla sfilata), con il logo olimpico sviluppato per l'occasione dalla maison. Come in una cerimonia di apertura olimpica, la stilista ha interpretato il ruolo dello speaker e dato il La ai festeggiamenti, lasciando spazio alla sfilata delle delegazioni con una grande bandiera patchwork di foulard fluttuanti al vento, portata con orgoglio lungo l'intera pista blu. Segno del destino, un raggio di sole ha trafitto in quel momento le grandi nuvole grigie, fino ad allora minacciose.
Sono stati i nuotatori ad aprire le danze nei loro costumi da bagno realizzati in fibra riciclata. Materiale che si ritrova in seguito in una serie di body e tute nere attillate con la famosa mezzaluna rovesciata, signature del brand, o ricoperte da stampe gioiello barocche dorate. A seguire, tra gli altri, tennisti, sollevatori di pesi e calciatori, tra cui l'ex attaccante del Liverpool Djibril Cissé. "Adoro lo sport, fa parte del mio passato. L'ho praticato molto da adolescente. Infatti ho sempre creato capi sportivi, sin dall'inizio, ma non li ho mai mostrati", ci ha confidato Marine Serre nel backstage.
La collezione mette in risalto, come sempre, abiti realizzati con materiali riciclati. Le federe in cotone bianco ricamate si trasformano in camicie, pantaloncini e gonne da abbinare a cappotti, giacche e abiti costruiti a partire da differenti tipologie di denim. Grandi sciarpe si trasformano in abiti fluidi. Un maxi cappotto è ricoperto da tasche a toppa, dal collo ai piedi. Triangoli di pelle chiara sono sapientemente assemblati in pantaloni e giubbotti puzzle, mentre centrini di pizzo si inseriscono con eleganza nella maglieria all'uncinetto.
Per la prossima estate, in previsione delle future ondate di caldo, la stilista utilizza degli asciugamani in spugna per realizzare comodi completi pantalone, tutine attillate e cappotti accappatoio. In chiave più sofisticata, propone anche dei tailleur chic, giacche in tweed con bottoni dorati, completi effetto tappezzeria tono su tono, mentre molteplici catene dorate avvolgono il collo, le braccia e la vita di Lourdes Leon, figlia di Madonna, che chiude la sfilata.
La collezione trasmette un'impressione di grande disinvoltura ed eleganza, arricchita da numerosi accessori. "Per la prima volta gli accessori sono molti. Mi ci è voluto del tempo per svilupparli bene. Sono realizzati secondo lo stesso concetto di upcycling", spiega la designer, che persegue una crescita organica. Nota per il suo sportswear couture futuristico e per la moda rigenerata, si è affermata in sei anni come uno dei nomi più seguiti nell’universo della moda. Attualmente impiega circa 70 persone e ha appena assunto il suo primo direttore delle operazioni.
Dopo aver debuttato nel 2016 con il prêt-à-porter donna, ha gradualmente aggiunto i look maschili, che ora occupano un posto sempre più consistente nella sua offerta. Ecco il perché di questa sfilata posizionata per la prima volta nel calendario maschile di Parigi. "Quest'anno le vendite di abbigliamento maschile sono aumentate di oltre il 30%. Mi sono resa conto che l'upcycling è piuttosto raro per l’uomo, ma il guardaroba maschile si presta bene a questa pratica perché le forme sono meno complesse", sottolinea Marine Serre.
Raggiante, la giovane designer fa ancora fatica a rendersi conto dell'entusiasmo che suscita. Per chiudere la sua sfilata, ha organizzato una grande festa invitando un migliaio di persone della sua community tramite Instagram. "La moda deve aprirsi alla gente della strada. Il pubblico è stato così felice di poter venire a vedere questa sfilata. Abbiamo sentito una vera comunione. Per me, questa è la cosa più importante", conclude.
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