6 giu 2017
Paltò: crescono fatturato, soprattutto in Giappone, e distribuzione internazionale
6 giu 2017
Il marchio toscano Paltò, fondato nel 2014 da Luca Paganelli, realizza i suoi prodotti partendo dall'heritage di uno dei capi fondativi dello stile italiano, il cappotto, progettandone nuove generazioni e stili. Grazie al suo terzo “inverno”, giunto con la collezione AI 2017-18, Paltò rivendica orgogliosamente di essere ormai arrivato ad imporsi come il principale player internazionale di questa tipologia di capo, vedendo crescere fatturato e distribuzione.

Paltò ha infatti chiuso il 2016 con 2 milioni di euro di ricavi e arriverà a 2,6 milioni alla fine del 2017, con una stima 2018 di 3,7 milioni. “Stiamo crescendo circa del 30% a stagione”, dice a FashionNetwork.com Luca Paganelli, “e dovremmo fare altrettanto nel prossimo anno con l’inserimento di nuovi clienti e il potenziamento della linea donna, che attualmente conta 30 modelli”.
“Stiamo poi lavorando ad una sezione della collezione che si chiamerà Paltò Urban, che sarà dotata di un'immagine chiaramente più urbana e l’utilizzo di materiali più tecnici”, rivela il fondatore.

Paltò, che durante le stagioni estive presenta collezioni di giacche e trench che combinano contenuti stilistici heritage ed evocazioni sport-chic, propone collezioni che coniugano tradizione ed avanguardia, ripropongono tagli classici e suggeriscono nuove strade, più sportswear e fashion, rivolgendosi ad un target ampio e intergenerazionale.
Ma nella forza di Paltò – l’awareness legata al mondo del cappotto, il fatto di proporre cioè una sorta di monoprodotto legato alla stagionalità – può risiedere anche il suo limite “Questa caratteristica può incidere sui fatturati legati alla stagione estiva”, conferma Paganelli. “Ma noi stiamo implementando strategie per fare in modo che Paltò venga letto come un brand che ha proposte interessanti lungo l'intero anno. L’esatta traslazione dell’invernale nell’estivo sarebbe nel trench e negli spolverini, ma la nostra intenzione è quella di diventare un brand di capispalla a tutto tondo, che reinterpreta anche quest’intera categoria di modelli con il proprio gusto”.

La sede del brand, con amministrazione e ufficio stile, si trova ad Altopascio (LU), dove la PGN, questo il nome dell’azienda cui fa capo Paltò, conta 12 dipendenti diretti e dove collabora anche con una serie di partner produttivi locali.
Con le ultime collezioni, Paltò è arrivato ad essere distribuito in Europa, Russia, Canada, Medio Oriente, Far East e Giappone, Paese quest’ultimo che sta garantendo un apprezzamento e delle performance da realtà commerciale consolidata.

Le doors sono salite a 450, 200 in Italia: tutti negozi di fascia alta, incluse presenze di prestigio nei più rinomati department store, realtà di primo piano quali Tsum di Mosca, Beymen di Istanbul, Lodenfrey a Monaco, La Rinascente a Milano, Galleria a Seul, Beams ed Isetan in Giappone. Una distribuzione di alto profilo che interessa top retailer come Folli Follie, Boutique Gaudenzi a Riccione, Excelsior a Milano, Luisa via Roma a Firenze, Sugar di Arezzo, G&B di Flero, Fiacchini a Forte dei Marmi, Dante5 a Bari, Suit a Lecce, Bungalow a Stoccarda, Nino Alvarez a Barcellona, Kaiser Mode di Friburgo, Gunnar Oye e L’Escalier ad Oslo.
Luca Paganelli ha poi confermato che i nuovi mercati che Paltò andrà ad affrontare nel corso delle prossime due stagioni saranno la Corea del Sud e gli USA.

Da poco l’azienda ha anche presentato una nuova etichetta, il brand Retricò, che offre una linea di maglieria da abbinare ai capispalla Paltò. “Retricò nasce perché immaginiamo il cappotto portato in maniera più casual sopra ad un maglione”, puntualizza Paganelli. “Al prossimo Pitti invernale presenteremo la nostra seconda uscita con il gusto retrò moderno che ci contraddistingue. In sostanza, fra i nostri prossimi obiettivi, oltre al completamento dell’offerta merceologica grazie a Retricò e alla donna, troveranno spazio il lancio a luglio del nostro sito di e-commerce (per ora siamo presenti su Farfetch e su shop online come Luisa Via Roma), la crescita sui mercati internazionali attualmente coperti e la piena evoluzione del percorso di comunicazione e marketing”, conclude il fondatore.
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