PVH si separa dai suoi marchi americani "Heritage Brands"
PVH Corp, il gruppo newyorchese proprietario di Tommy Hilfiger e Calvin Klein, ha annunciato l’intenzione di separarsi dal suo portfolio di brand americani Heritage Brands, con l’obiettivo di far rifiorire la sua attività in Nord America, duramente colpita dalla pandemia di Covid-19.
Tali marchi comprendono in particolare Van Heusen, Geoffrey Beene, Izod, Arrow, Warner’s, True & Co. e Olga. La divisione conta 162 negozi outlet, di cui la maggior parte appartiene del network di store fisici di Van Heusen.
Secondo PVH, tali negozi dovrebbero restare aperti fino a metà 2021. I progetti di ristrutturazione dell’azienda in Nord America comprendono anche la soppressione di 450 posti di lavoro nella regione, vale a dire il 12% degli effettivi. I licenziamenti saranno ripartiti tra i tre rami di attività di PVH e la sua sede principale e dovrebbero permettere al gruppo di economizzare quasi 80 milioni di dollari (70 milioni di euro) all’anno.
“I cambiamenti strutturali che riguardano la distribuzione in Nord America ci hanno obbligato ad analizzare da vicino la nostra attività, al fine di identificare possibilità di ottimizzazione dei costi nel nostro modello di business”, ha spiegato il Presidente e CEO di PVH, Manny Chirico, in un comunicato. “Per questo motivo, abbiamo dovuto prendere la decisione incredibilmente difficile di chiudere il nostro portfolio Heritage Brands ed eliminare un numero significativo di posti di lavoro in Nord America, al fine di compensare la flessione dei ricavi. Queste decisioni non sono state prese alla leggera, perché il portfolio di Heritage Brands è il più storico delle nostre divisioni. Purtroppo, il suo ritorno sugli investimenti non era più sufficiente”, ha aggiunto.
“La crisi del Covid-19 sta ridisegnando completamente i contorni del retail e pensiamo che i suoi effetti si faranno sentire a lungo termine e che i comportamenti di acquisto dei consumatori cambieranno in modo duraturo”, ha aggiunto il Presidente di PVH Stefan Larsson. "Dobbiamo adattare il nostro business e riequilibrare la base costi per migliorare la nostra competitività e mettere in sicurezza la tesoreria. Stiamo riassegnando delle risorse alle nostre attività più profittevoli”.
Queste decisioni strategiche potrebbero costare a PVH circa 80 milioni di dollari nei prossimi 12 mesi, di cui 10 milioni non monetari. Si prevede che tali oneri saranno in gran parte dovuti ai costi dei licenziamenti, locazioni e costi di liquidazione dell'inventario, nonché alla perdita di valore delle attività non monetarie.
PVH è solo l’ultimo in ordine di tempo di una lunga lista di gruppi di moda americani che hanno intrapreso azioni drastiche per superare i problemi finanziari causati dalla crisi del coronavirus. Ad esempio, dopo aver rinunciato al business di Umbro e Starter in Cina, il gruppo newyorchese Iconix sta attualmente studiando delle opzioni che includono una possibile vendita o fusione. Il 13 luglio, RTW Retailwinds ha dichiarato fallimento, raggiungendo così J.C. Penney, Brooks Brothers, J.Crew e Neiman Marcus.
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