Pubblicato il
27 ott 2011
27 ott 2011
PPR meglio di LVMH nel Lusso nel terzo trimestre
Pubblicato il
27 ott 2011
27 ott 2011
Il gruppo PPR ha pubblicato mercoledì 26 ottobre, dopo la seduta borsistica, un fatturato del terzo trimestre d'esercizio per il 2011 in aumento dell'8% (+7% in comparabile) rispetto allo stesso periodo di un anno prima, a 3,9 miliardi di euro. Il suo grande rivale e numero uno mondiale del lusso, il gruppo LVMH ha invece reso nota, otto giorni fa, un crescita del 17,6%, a poco più di 6 miliardi di euro.
François-Henri Pinault, PDG di PPR |
A prima vista, non c'è partita fra i due giganti francesi, ma invece, analizzando il dato in maniera più approfondita, se non ci fossero ancora la FNAC e Redcats (Redoute, ecc.), entità destinate ad essere vendute, ad ostacolare le prestazioni del gruppo presieduto da François-Henri Pinault, i marchi di moda e pelletteria di PPR avrebbero fatto sensibilmente meglio dello stesso settore in LVMH.
Così, l'ex Gucci Group, ormai considerato come il ramo Lusso di PPR, ha fatto registrare un incremento delle proprie vendite del 23,1% (+24,6% in comparabile) nel terzo trimestre, a 1,3 miliardi di euro, con tutti i brand che mettono a segno delle progressioni di più del 20% in comparabile, mentre l'attività di moda e pelletteria di LVMH ha ottenuto un aumento del 13,8%, a 2,2 miliardi.
Il polo 'Sport e Lifestyle' di PPR ha invece visto crescere il proprio fatturato del 9,9% sul periodo, a 924 milioni di euro, con un +10% per Puma (842 milioni) e un +7% per l'americana Volcom (82 milioni), integrata per la prima volta nei conti di PPR.
Fiducia per il 2011
«Le nostre attività nella distribuzione hanno resistito bene in un tale contesto di crisi. Pur rimanendo vigili, siamo fiduciosi», ha dichiarato il PDG di PPR, François-Henri Pinault, il quale ha aggiunto che il gruppo «possiede la capacità di far registrare nel 2011 una crescita sostenuta del proprio giro d'affari e di realizzare delle performance finanziarie superiori a quelle del 2010».
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Les Echos
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