Ansa
2 ott 2014
PFW: la donna ribelle di Miu Miu
Ansa
2 ott 2014
C'è una vestaglietta tutta rosa confetto, dal colletto di visone alle ruches sui polsi, sembra di broccato ma è di nylon lavorato, va portato con un top a reggiseno pieno di volants e con una incongrua gonna scozzese, ancheggiando abilmente su vezzosissimi sandali a fiori: questo frivolo pasticcio è quello che chiude la passerella di Miu Miu e racconta bene una collezione "formalmente corretta ma profondamente ribelle".
Per altre 40 uscite siamo stati accompagnati, dall'ironia impegnata di Miuccia Prada, attraverso un'apparente sciccosa rassegna di astuzie femminili senza tempo: la gonna al ginocchio che deve ancheggiare sui tacchi a spillo con il fiocco, le blusette di pizzo a ombelico scoperto, i pantaloni stretti e corti alla caviglia che fanno il culetto a mandolino, la gonna arricciata con la cintura stretta sul vitino di vespa.
Ma per scandire musicalmente il tutto, la stilista ha scelto una canzone-ritornello, Female Trouble, ovvero agitazioni femminili, che nell'omonimo film di John Waters - un porno surreale datato 1974 - era cantata dalla protagonista, la drag queen Divine.
Come vedete, la faccenda si complica perché l'apparenza inganna: siamo in mezzo a una finta frivolezza, quello che sembra bon ton non lo è, tutto è sbagliato, i tessuti damascati sono di nylon (anche se fatti nelle fabbriche dell'alta moda), mentre certe stoffe dall'apparenza povera e banale sono il prezioso risultato di lunghe e costose lavorazioni.
"Facciamo sempre finta" spiega Miuccia, e non si riferisce solo alla sua moda. Ma allora la maliarda di Miu Miu è tutta una finzione? Certo, la collezione è dedicata alle donne ribelli e alle astuzie della femminilità, perché le due cose per la signora Prada stanno insieme. Le donne dunque fingono? "Sì, ma dovrebbero farlo di più. Sono dell'idea - dice Miuccia - che dovrebbero utilizzare tutte le armi, come fanno gli uomini che usano il potere e perfino l'età come strumento di fascino e di conquista. Questo in passerella è un gioco, ma anche una cosa che adesso mi interessa molto: le donne per sopravvivere - perché il potere, inutile negarlo, è ancora maschile - sono costrette a fingere. Quelle non disposte a farlo rinunciano a troppe cose: conosco donne che hanno rinunciato a famiglia e figli per non dover mediare. Io invece preferisco fare molte cose male piuttosto che una sola cosa bene, sono dell'idea che il compromesso arricchisca la vita e non la sminuisca".
Dunque bisogna saper fingere: "Eh sì, ma bisogna farlo bene, invece le donne fanno le furbette mentre gli uomini fanno i furbi, e questo avviene ovunque, non solo in Italia".
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