Ansa
10 mar 2015
PFW : Caterina Gatta , Klimt ma pop rock
Ansa
10 mar 2015
Si è concentrata con la lente di ingrandimento sui quadri di Gustav Klimt per analizzare le pennellate e cercare di riprodurre sulle stoffe i dettagli grafici, gli aspetti più nascosti e meno scontati delle opere dell'artista viennese: cose semplici e facili Caterina Gatta proprio non riesce a farle.
La giovane stilista romana è arrivata a Parigi con la sua nuova collezione (prodotta dalla Castor di Mantova) ed è felice anche perché qui è in corso la mostra dedicata a Klimt (alla Pinacoteca di Parigi fino al 21 giugno) e vi è esposta proprio la "Giuditta I" che lei ha studiato per carpire i dettagli dello sfondo a motivo di scaglie e riprodurle sulla sua nuova stampa a ventaglio.
Ma il risultato è stato del tutto libero e contemporaneo, l'oro è sparito e la collezione ha un sapore "pop-gothic-rock", perfettamente adatto a una giovane attrice come Tea Falco, sua musa e amica.
Lo stesso lavoro è avvenuto con i frammenti di prato, con i fiori e i tulipani di altri dipinti di Klimt e con "i meravigliosi capelli delle sue donne fluttuanti". Riprende invece i pavimenti in mattonelle dei primi del 900, il motivo in bianco e nero del miniabito con le maniche a campana e con una profonda scollatura a fessura a partire dal severo colletto chiuso. Anche le silhouette sono il risultato di una ricerca sull'architettura della Secessione Viennese. C'è molto rigore nelle linee, ma con forti contrapposizioni: lunghissimo e cortissimo, inserti di vernice nera che creano geometrie inaspettate e improvvise fantasie colorate come i colletti con applicazioni in rilievo che riprendono i mosaici dell'artista.
T-shirt di ecopelle, calzoncini corti e cappa stampata, la stessa che si accompagna ai nuovi pantaloni stretti fino al ginocchio da cui parte l'ampiezza.
Pieghe bianche a colonna sul lungo abito a ventagli e fiori (scelto dall'attrice Tea Falco) oppure pieghe nere sui lati dei calzoni palazzo. C'è anche un pizzo che Caterina chiama leopardato perché trattiene piccole macchie colorate come fossero state catturate in una rete, ed è una sua libera interpretazione di un particolare dell'"Adamo ed Eva" di Klimt. Tutto questo perché lei come sempre ha voluto fare "qualcosa che non fosse facile e scontato".
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