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Pubblicato il
17 dic 2009
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Olio di palma: Unilever si separa da un fornitore criticato da Greenpeace

Pubblicato il
17 dic 2009

Greenpeace, Unilever
Huile de palme

L'AIA 12 dic 2009 – Il gruppo agro-alimentare e di cosmetici anglo-olandese Unilever ha annunciato venerdì scorso di aver posto fine ai suoi rapporti commerciali con un produttore indonesiano di olio di palma criticato da Greenpeace.

"Unilever si è sempre impegnato in favore di un reperimento di approvvigionamenti ecologico e sostenibile. Ecco perché abbiamo informato PT Smart di non aver altra scelta se non quella di sospendere i nostri futuri acquisti di olio di palma”, ha dichiarato in un comunicato Marc Engel, direttore agli acquisti di Unilever.

"Le critiche di Greenpeace sono di una natura tale da non poterla ignorare", ha aggiunto. In un rapporto pubblicato la scorsa settimana, l'organizzazione ecologista Greenpeace afferma infatti che PT Smart, una filiale del colosso Sinar Mas, "è implicata nel taglio illegale di foreste tropicali indonesiane per piantarvi palme da olio”.

"Se la PT Smart fornirà prove concrete di non essere implicata in pratiche inaccettabili dal punto di vista ambientale, noi riconsidereremo certamente la nostra posizione”, ha spiegato Engel. Il quale esige “che nessuna piantagione contribuisca alla distruzione di foreste di alto valore conservativo o di terreni su torbiere”.

Unilever acquistava da PT Smart il 5% del suo fabbisogno di olio di palma, utilizzato per la fabbricazione di margarine, zuppe, gelati, salse, ma anche di prodotti di bellezza, ha precisato all'Agenzia di Stampa Francese un portavoce, Flip Dötch. Il gruppo si era impegnato nel maggio 2008 ad utilizzare il 100% di olio di palma di origine durevole ed eco-sostenibile entro il 2015. Al momento attuale, solo un 15% dell'olio di palma comprato da Unilever ha questa provenienza, secondo lo stesso Dötch, che prevede si raggiunga il 30% alla fine del 2010.

L'Indonesia è, con la Malesia, uno dei più importanti produttori mondiali d'olio di palma. In questi ultimi anni, Giacarta ha rilasciato senza controllo un grande numero di permessi di sfruttamento delle palme da olio, così le piantagioni continuano a rosicchiare terreno a svantaggio delle foreste tropicali. Ma la deforestazione, soprattutto delle zone a torbiera, un ecosistema molto speciale composto da un'accumulazione di materie organiche, determina il rilascio di enormi quantità di anidride carbonica.

L'Indonesia è diventata per questa ragione il terzo paese nel mondo per emissioni di gas a effetto serra.


Di Gianluca Bolelli (Fonte: AFP)

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