7 gen 2020
OOF Wear punta su estero, sostenibilità ed e-commerce (e pensa al primo monomarca)
7 gen 2020
OOF Wear, brand di capispalla nato nel 2016 e di proprietà dell’azienda trevigiana Nyky, fondata da Michela Klinz e Alessandro Biasotto, porta avanti i suoi sostenuti ritmi di crescita (si parla del 50% stagione su stagione), con l’intenzione di rafforzarsi sempre di più all’estero, che oggi rappresenta il 60% del giro d’affari.
“Siamo già presenti un po’ in tutto il mondo, all’interno di circa 320 negozi in Italia e 650 all’estero; ora dobbiamo potenziare le vendite”, ci ha spiegato Alessandro Biasotto, incontrato in occasione di Pitti Uomo 97. “In Europa i mercati principali, dopo l’Italia, sono Francia e Germania; abbiamo ripreso a seguire direttamente gli Stati Uniti, dove prima avevamo un licenziatario. Sul fronte asiatico, la Corea sta rispondendo bene e stiamo per fare il nostro ingresso in Giappone. L’obiettivo è di portare l’export all’80%”.
Per raggiungere tale traguardo il brand parteciperà ancora quest’anno a diverse fiere all’estero, mentre prevede importanti investimenti in comunicazione sul cliente finale a partire dal 2021: “Finora abbiamo spinto più sul trade, ma anche in ottica di far decollare il nostro e-commerce, lanciato a luglio 2018, vogliamo iniziare a parlare direttamente alla clientela”.
Tra i progetti futuri di OOF Wear, anche l’apertura di un primo monomarca, come ci anticipa Biasotto: “Dobbiamo trovare la giusta opportunità e la location adatta, ma mi piacerebbe che il nostro primo store fosse a Milano, diventata una piazza internazionale molto importante a livello di immagine, in cui credo molto; un secondo negozio potrebbe essere a Londra”.
Sul fronte prodotto, il brand punta sulla sostenibilità e sul colore. La collezione AI 2020-21 di OOF Wear, presentata a Pitti Uomo 97, si caratterizza per silhouette decostruite, con dimensioni over e costruzioni particolari, accanto a forme più affusolate e regolari. La palette di colori si ispira ai paesaggi incontaminati e selvaggi dell’Islanda: dal bianco candido dei ghiacciai all’azzurro delle acque delle cascate, passando per il rosso intenso della terra vulcanica fino alle infinite gradazioni del verde delle praterie.
L’anima eco del marchio si esprime sia nella confezione dei capi che nella scelta dei materiali, come le imbottiture in ovatta Sorona Eco, certificata DuPont, che offrono una ridotta dipendenza dai combustibili fossili e un impatto ambientale limitato. Protagonista della parte più trendy della collezione, la “faux fur”, abbinata a eco pelle lucida, eco camoscio ed eco pelliccia “yeti”.
“Stiamo arrivando alla maturazione del prodotto: siamo nati come sportswear, ora cerchiamo un mood più fashion, soprattutto per la donna, che rappresenta il 70% del fatturato”, spiega Biasotto. “La sostenibilità, tema importante a prescindere, è fondamentale per conquistare un target giovane, molto attento a questi aspetti”.
Se OOF Wear ha archiviato il 2019 con vendite pari a 4 milioni di euro, il gruppo Nyky, che possiede anche i brand Momonì (made in Italy donna, dal gusto sofisticato) e Attic and Barn (dedicato a un target femminile più giovane) è cresciuto del 30% nel 2019, arrivando a 25,5 milioni di euro, e si aspetta di raggiungere i 33 milioni quest’anno.
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