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Ansa
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11 feb 2013
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NY: in passerella lo stile "Michelle Obama"

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Ansa
Pubblicato il
11 feb 2013

New York dopo la nevicata cammina a passo di lumaca, ma il peggio e passato e lo show della moda va avanti: in passerella lo stile Michelle Obama. La First Lady icona di stile ha messo il marchio sulla settimana della moda con tre collezioni legate al suo nome. Jason Wu che ha vestito la First Lady per i balli di, non uno, ma due insediamenti.

Jason Wu, collezione A/I 2013-14


JCrew, il brand nato come preppy casual che da una stagione ha il suo slot sotto le tende della Fashion Week, passando per Thom Browne, lo stilista per uomo (disegna anche per Moncler e Brooks Brothers) considerato una forza nel mondo della moda pur essendo praticamente sconosciuto al di fuori di esso: fino al 21 gennaio, quando la moglie del presidente americano ha scelto un suo cappotto con abito coordinato per la parata dell'Inauguration Day.

47 anni di Allentown in Pennsylvania, Browne farà sfilare la sua linea donna lunedì, all'apice della Fashion Week. Il taiwanese-americano Wu, che quattro anni fa era un nuovo arrivato, ha cementato la sua reputazione con una passerella a Park Avenue all'insegna della femminilità: la sua musa è una donna sexy, piena di fiducia in se stessa con la vita stretta dalla cintura e il collettino chiuso dall'estetica edoardiana. I pantaloni neri a vita altissima sono indossati con top plissettati rosso fiamma che scendono dietro come uno strascico.

Nonostante il ghiaccio, un parterre affollato, e al posto dei tacchi a spillo e gambe nude, stivaloni e snow boots, parka e galosce. Con alcune eccezioni: Anna Wintour e Stephanie Seymour non avevano rinunciato ai tacchi alti, mentre sulla passerella quadrata dello show le modelle sfilavano in improbabili stivali dalla punta aperta. Wu è una delle 'tigri asiatiche' che stanno rivoluzionando il panorama della moda: sul quotidiano "International Herald Tribune" l'influente Suzy Menkes, rimasta bloccata in Europa per l'inizio della Fashion Week, ha dedicato una carrellata agli ABC (American-Born Chinese): oltre a lui, Alexander Wang, il 29enne nominato direttore creativo da Balenciaga, Derek Lam, Phillip Lim, Peter Som e Prabal Gurung, lo stilista nato a Singapore che in questi giorni sta facendo una promozione low-cost con i grandi magazzini Target.

Saranno loro a ridare slancio a un'industria in questi ultimi tempi un po' sfiatata? Sul "New York Times" la fashion editor Cathy Oryn ha scagliato la sua penna affilata contro l'inizio "blando" della settimana della moda: "Troppe firme e troppo poco talento". In un momento in cui in Europa la creatività è veramente forte — Christopher Kane, Raf Simons da Dior, Phoebe Philo da Celine — la debolezza di New York è "imbarazzante", secondo la Oryn: "Forse siamo all'inizio di un cambio generazionale, di un addio alla moda come mezzo creativo. Certo é che il successo di Lena Dunham e della sua serie 'Girls' o della scrittrice Sheila Heti dimostrano un interesse a fare cose più intelligenti e di sostanza che disegnare vestiti o fare la giornalista di moda".

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