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Ansa
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8 mar 2010
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Nuove location per la moda parigina

Di
Ansa
Pubblicato il
8 mar 2010

PARIGI, 8 MAR - La moda francese, o che comunque sfila a Parigi, ha deciso che il Carrousel du Louvre non va più. Chissà come mai (dicono perché l'affitto delle sale è diventato troppo caro), comunque così è.

Under Le Louvre
Carrousel du Louvre - Parigi

Tutto il Circo Barnum della moda si sposta acrobaticamente in giro per la città, senza polemiche, per 8 interi giorni. Adesso va molto la Halle Freyssinet, un'ex fabbrica che sta in capo al mondo, pazienza. Imbottigliamenti di auto in entrata e in uscita, capannoni gelati, ci vuole pazienza.

Va anche di moda il padiglione tirato su nei Jardins des Tuileries: lo chiamano Ephemere, un nome fascinoso per un tendone eretto a due passi dallo snobbato Louvre. E di nuovo panche dure senza schienali, uscite scomode, e guai ad appoggiarsi a una parete perché è di tela, nera naturalmente. Eppure, tutti felici di essere lì.

Le fashion victim ci arrivano gaie, a passi caracollanti sugli 'stiletto' messi a dura prova dalla ghiaia e intorno una folla di giovincelli scatta foto su foto, per siti e blog. Sembrano api sul miele, insaziabili: riprendono qualsiasi stranezza, basta arrivare in pigiamino e stola della nonna e loro subito lo tramutano in un trend. Le maison li temono, quasi fossero i nuovi opinion maker. Qualcuno dice che sono anche loro una bolla che prima o poi scoppierà.

In attesa che accada bisogna evitarli, se non altro per non inciampare. In tutto questo, bisogna accontentarsi dei gabinetti pubblici, prima porta a destra venendo da Place de la Concorde. Ma in fila non ci vedrete se non peones del giornalismo, mai che ci si incontri una Wintour. Poi, raggiunta la sfilata, in compenso lo champagne scorre a fiumi. Qualche volta sa di tappo ma in genere il perlage è perfetto, soprattutto intorno alle passerelle del gruppo Lvmh (se no perché si dovrebbe chiamare Louis Vuitton Moet Hennessy?).

La giornata è poi scandita dagli 'apetizers' (in genere sono di pesce alle 10 del mattino, quando vorresti un familiare dolcetto), serviti spesso in cucchiaini che non si sa dove mollare. Si chiamano 'finger food', associano fragole e salmone, cioccolato e formaggio e mandano a ramengo qualsiasi dieta, pazienza. A differenza degli ospiti chic, che ne prendono al massimo due con aria distratta, per placare la fame a una certa ora bisogna fare incetta di bocconcini.

Vanno di moda quelli avvolti in 'carta vegetale' (da evitare le battute sui giornali che finalmente potrebbero diventare commestibili). I camerieri riconoscono subito i peones affamati della moda e li evitano: vanno rincorsi a zig-zag tra la folla, pazienza per la dignità. Il clima più simpatico comunque è da Lanvin, dicono gli esperti di bel mondo. La maison (che malauguratamente sfila ormai alla Halle Freyssinet) accoglie democraticamente ogni genere di ospite (previa esibizione del cartoncino di invito), come in una festa di paese.

Tutti sembrano amiconi, sono gentili anche gli 'steward', perfino se ti accompagnano alla fila E, la quinta (dopo la seconda sei nessuno). E poi via con champagne, succo di mela (vero e naturale) cioccolato a volontà e perfino cestini pieni di carnet d'appunti firmati Lanvin, una chicca da esibire al ritorno, senza dire che stavi addirittura in settima fila.

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