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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 set 2018
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Nonostante le nuvole minacciose della Brexit, la moda londinese è in fiore

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 set 2018

Se un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, scrisse una volta Samuel Johnson. Infatti è stato difficile essere non meno che eccitati nel lungo weekend della moda londinese appena conclusosi, con stilisti originari di tante nazioni diverse che hanno saputo presentare alcune idee brillanti. Diamo uno sguardo ai cinque che hanno saputo cogliere nel modo più profondo gli umori contrastanti della capitale britannica.

Simone Rocha - Primavera-Estate 2019 - Womenswear - Londra - © PixelFormula


Simone Rocha
 
Tutta improntata sulle sue origini cinesi l’ultima linea disegnata da Simone Rocha, il cui papà cinese-portoghese John proviene da Hong Kong.

Il fulcro della collezione è stato rappresentato da una serie di vestiti a strati basati sui dipinti delle concubine della dinastia Tang. La Rocha ne ha trovato delle imitazioni nei mercatini dell’antiquariato di Hong Kong, e ha sperimentato realizzando imitazioni contemporanee delle imitazioni.
 
La designer ha anche fatto riferimento al Ching Ming, la versione cinese del Giorno dei Morti, una tradizione che la sua famiglia rispetta ogni anno salendo sulle colline della Happy Valley per lavare le tombe dei suoi nonni.
 
“Ho trascorso molto tempo in Asia pensando al mio retaggio culturale, e quindi ho pensato di farvi riferimento, ma in modo più scherzoso. Realizzando sagome sferiche nei capi sartoriali e negli abiti”, ha spiegato.
 
“Ci sono due vette a Hong Kong. Una parte è buddista e l'altra è cattolica; noi naturalmente saliamo dalla parte destra perché siamo cattolici”, ha sorriso Simone nel backstage della Lancaster House, e il cui invito alla sfilata era costituiito da una foto di centinaia di persone che camminano attraverso la Happy Valley.

Nicholas Kirkwood - Primavera-Estate 2019 - Womenswear - Londra - Instagram


Nicholas Kirkwood
 
Non abbiamo capito bene a quale universo distopico il designer di calzature Nicholas Kirkwood stesse facendo riferimento nella sfilata di debutto che ha presentato, ma sicuramente il suo show è stato fantastico.
 
In un set concepito in modo brillante, dotato di abbastanza schermi TV, monitor e laptop da far sembrare il mitico “Zoo TV Tour” degli U2 un negozio di riparazioni di oggetti elettronici di seconda mano, Nicholas ha presentato la sua ultima collezione di scarpe abbinandole a molti look in bianco: matelassé, stretch, di microfibra atletica o plastica trasparente colorata. Le immagini erano stupende, e anche le scarpe erano molto belle – soprattutto le eccellenti nuove calzature a tacco alto con tacchi inclinati all'indietro e fibbie sportive; oppure i favolosi nuovi stivali punk floreali.
 
Più un omaggio al potere rassicurante delle calzature, nel caso la propria carriera dovesse rivelarsi il diventare una comparsa in Blade Runner 2. Porte di frigoriferi che si aprivano e chiudevano, e molti monitor che si accendevano e spegnevano, mentre il cast sfilava. Su ogni schermo immagini delle calzature a 360 gradi, e la misura esatta di ogni stivale e tacco alto.
 
Intitolato “Evidence”, lo show è stato caratterizzato anche dalla presenza di un "hacker positivo" dal vivo, con un nome adeguatamente misterioso, “CyFi”; un diciottenne della California che ha cominciato la propria carriera alla tenera età di 10 anni.

Preen by Thornton Bregazzi - Primavera-Estate 2019 - Womenswear - Londra - © PixelFormula


Preen by Thornton Bregazzi
 
Nobiltà nomade da Preen, dove le modelle sfilavano sotto gigantesche tende di nylon bianco argenteo, come se fuggissero dal loro passato. Lo show della coppia di designer di Preen, Justin Thornton e Thea Bregazzi, era incentrato sulle persone che vivono stagione per stagione e viaggiano incessantemente.
 
“Ci siamo ispirati agli zingari e alle tribù nomadi africane”, ha spiegato Thornton.
 
“Viviamo tutti in un mondo dal quale non ci dispiacerebbe fuggire di tanto in tanto, così abbiamo guardato a questi individui. Non ci interessano i rifugiati, ma le persone che scelgono di attraversare le frontiere”, ha aggiunto la Bregazzi.
 
In passerella, abiti in stile Belle Epoque che ricordavano il primo avvento dei Rom in Europa; spalle a balze drappeggiate con tessuti a scacchi, come la stoffa del tavolo di un indovino.
 
Splendidi abiti patchwork iper-increspati, sebbene rifiniti con collane di cuoio consumate, completate con minuscoli medaglioni; oppure pantaloni in nylon che sembravano come cuciti a mano in una roulotte piena di oggetti ritrovati. O ancora camicette a scacchi, di nuovo come fossero state afferrate da un tavolo da ristorante e cucite per derivare da esse una forma.
 
Le modelle sfilavano in meravigliosi scarponi da montagna malconci rifiniti con grossi lacci e fibbie multiple, come se portassero con sé i ricordi di tutti i viaggi del loro proprietario.
 
Una casa di moda generosa questa Preen, che ha donato parte dei ricavi della collezione di questa stagione a Help Refugees, un’organizzazione umanitaria.

Roksanda - Primavera-Estate 2019 - Womenswear - Londra - © PixelFormula


Roksanda
 
Eterea eleganza moderna da Roksanda, il brand omonimo della designer londinese più devota al romanticismo. La sfilata è stata messa in scena all'interno del Serpentine Pavilion, la cui installazione architettonica annuale quest'anno era di Frida Escobedo.
 
Il punto di partenza della Ilinčić sono stati gli arazzi di Le Corbusier, non la sua architettura, bensì corpi e forme femminili. Idee in ceramica e mobilio che i grandi architetti realizzano al di fuori della loro attività principale.
 
Aggiunte di ricami su tre livelli, patchwork e numeri sui suoi languidi abiti e vestiti, biancheria che assomigliava ad arazzi, e plissettature gommate (eppure risultavano romantiche) utilizzate su abiti anni '50. La tavolozza di colori scelta dalla stilista si componeva in gran parte delle tonalità deserto, sabbia, spezia, curcuma, papavero e tramonti sahariani.
 
“No, non era Picasso", anche se un po’ il lavoro di le Corbusier gli somigliava.

Zilver by Pedro Lourenço - Aries Collection Presentation One - LondonInstagram


Pedro Lourenço
 
Una volta adolescente prodigio brasiliano, che ha messo in scena il suo primo show a 20 anni a San Paolo, Pedro Lourenço è ora un 28enne trendy che vive a Londra. In questa stagione ha mostrato il suo ultimo concept, “Zilver”, svelando le sue idee in una galleria d'arte di Covent Garden.
 
Redingote color ecrù in cotone trattato tagliate in maniera eccellente, indossate con corsetti da scherma e grandi stivali da boxe futuristici unisex; o uno stupendo trench beige tagliato a metà per formare una gonna a vita alta, sormontato da una giacca verde da aviere statunitense.
 
Giacche Perfecto elegantemente minimaliste; jeans in denim chiaro con orli ampiamente rialzati e rovesciati o giacche impermeabili in nylon verde rifinite con lunghe chiusure lampo che tagliavano il busto da un fianco fino alla spalla dall’altro lato; infine, kilt fatti in nylon high-tech argentato.
 
Tutto mostrato su una gigantesca installazione video. Ma alla base di tutto c’era la sensualità del Brasile, e la sua fauna e le sue montagne curvilinee di granito.
 
Altre modelle portavano una nuova helmet handbagin colori Pop Art, un oggetto avvistato nei dèfilé durante tutta la stagione di sfilate del Regno Unito.
 
“Volevo che la presentazione fosse molto basica. Volevo mostrare al rivenditore, e al consumatore, come i vestiti dovrebbero essere indossati”, ha detto Lourenço, mentre posava su una bici Zilver altamente tecnologica.
 
Un ritorno splendido e molto gradito, da parte di un talento cui varrà sempre la pena di dare un’occhiata.

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