Nonostante le difficoltà, Puma registra una forte crescita nel primo trimestre
Lo specialista tedesco dell’abbigliamento sportivo Puma ha annunciato una progressione del 26% nelle vendite del primo trimestre, nonostante il contesto poco favorevole a causa del prolungamento dei lockdown, dei problemi di approvvigionamento e degli appelli a boicottare il brand in Cina legati alla situazione della minoranza Uiguri in Xinjiang.

Lo scorso marzo, infatti, diversi marchi occidentali di abbigliamento, tra cui Puma e il suo rivale Nike, sono stati presi di mira in Cina dopo notizie relative ai loro approvvigionamenti nella regione autonoma cinese e alle accuse di lavoro forzato. Tuttavia, il marchio è stato apparentemente in grado di resistere a questa turbolenza.
Le vendite di Puma nel primo trimestre si sono attestate a 1,549 miliardi di euro, in significativo aumento anche rispetto al primo trimestre 2019. L’utile operativo è più che raddoppiato, arrivando a 154 milioni di euro, e l'utile netto è quasi triplicato, a 109 milioni di euro. Cifre che superano le stime degli analisti.
Nel periodo, il fatturato del brand nella regione Asia-Pacifico è salito del 29%, grazie soprattutto alla Greater China. La società ha tuttavia sottolineato che "le recenti tensioni politiche nei mercati chiave" hanno portato a una maggiore incertezza nel settore.
Inoltre, il gruppo sta ancora affrontando le conseguenze della pandemia di coronavirus. In Europa e America Latina, circa il 30% dei negozi che vendono i prodotti del marchio è ancora chiuso, mentre recentemente sono entrate in vigore nuove restrizioni in altre regioni, come l'India o il Canada..

Nel primo trimestre, Puma ha visto le proprie vendite aumentare a due cifre in tutte le principali aree geografiche. La zona delle Americhe, beneficiando della ripresa dell'attività in Nord America, ha registrato una crescita delle vendite del 38,5%. L'Europa, nonostante la chiusura dei negozi, in particolare in Francia e Germania, è salita del 14%. Il gruppo sottolinea che il running e la categoria training hanno trainato le vendite di scarpe e abbigliamento (+ 27%), mentre gli accessori sono cresciuti del 19,4%.
Mentre il canale wholesale è salito del 24,3% nel trimestre, il retail ha registrato un aumento del 31%, sfiorando i 347 milioni di euro, grazie all’e-commerce, balzato di quasi il 75%.
Secondo il gruppo, la pandemia continuerà a frenare le sue attività per tutto il 2021, prevedendo comunque per l’intero esercizio una crescita delle vendite di circa il 15% e una redditività notevolmente superiore a quella registrata lo scorso anno.
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