Nicholas Kirkwood e LVMH si separano
Dopo sette anni di partneship, LVMH si separa dal marchio di calzature di lusso Nicholas Kirkwood. Il designer riprende il controllo del suo brand, ultimo in ordine di tempo di una serie di piccole griffe del lusso che hanno perso il supporto finanziario di un grande gruppo, ora che il boom del settore è passato. Il “divorzio” sarebbe consensuale e amichevole.
Nel 2018, ad esempio, anche Kering aveva ritirato la sua partecipazione in Christopher Kane per concentrarsi sui suoi marchi principali.
Ma da parte di LVMH, si tratta di una decisione abbastanza sorprendente, soprattutto considerando che l’accordo di acquisizione di Tiffany non è andato a buon fine. In ogni caso, ciò mette in evidenza una tendenza strategica globale dei grandi gruppi, che in questo momento di incertezza preferiscono concentrare le proprie risorse su brand più forti, come Dior, Fendi e Louis Vuitton. Nel corso della sua storia, LVMH si è separato solo da due griffe: Christian Lacroix 15 anni fa e Donna Karan International nel 2016.
Dunque, cosa è successo con Nicholas Kirkwood? Conosciuto per i suoi tacchi con le perle, il marchio non sarebbe mai diventato uno dei grandi nomi del portfolio del gruppo e registrava perdite sempre più ingenti, come dimostrano i bilanci depositati alla Camera di Commercio britannica.
Nel 2019, il brand ha realizzato un giro d’affari di 8,1 milioni di sterline (8,76 milioni di euro), contro gli 11,2 milioni dell’anno precedente. Cifre quasi irrisorie, se paragonate ai ricavi stratosferici generati dalle grandi griffe di LVMH. La perdita operativa è salita da 2,4 milioni a 3,3 milioni di sterline e la perdita netta da 2,5 milioni nel 2018 a 3,5 milioni di sterline nel 2019.
Laureato alla Central Saint Martins, Kirkwood ha lanciato il suo brand nel 2005 e LVMH ne ha acquisito una partecipazione maggioritaria nel 2013. Da allora la label si è focalizzata sulle vendite online e sulla sostenibilità e ha aperto una boutique in Mount Street a Londra.
Ma il lockdown ha probabilmente dato un duro colpo al brand, visto che le calzature sono particolarmente difficili da vendere, anche online, se i clienti in tutto il mondo non possono mettere piede fuori casa.
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