AFP
Gianluca Bolelli
2 dic 2022
Next ha comprato la maggioranza degli asset di Joules, che è fallito
AFP
Gianluca Bolelli
2 dic 2022
Il gruppo britannico di abbigliamento Next ha annunciato che acquisterà “la maggior parte dell’attività di Joules” in collaborazione con il fondatore del marchio in bancarotta, Tom Joule, nell'ambito di una joint venture.

“Next collaborerà con Tom Joule per acquistare la maggioranza degli asset” del marchio britannico, “attraverso una nuova società, per 34 milioni di sterline in contanti”, viene precisato in un comunicato.
Next deterrà il 74% della nuova entità e Tom Joule il restante 26%. I portavoce di Next e Joules, interpellati dall’agenzia AFP, non hanno spiegato nei dettagli la spartizione della somma di 34 milioni tra i due co-acquirenti.
Next sta anche acquistando la sede centrale della società, situata nel centro del Paese, a Market Harborough, per 7 milioni di sterline, secondo il comunicato di Next.
Si prevede che circa 100 negozi su 124 nel Regno Unito e in Irlanda saranno mantenuti, ma 19 punti vendita del brand verranno chiusi immediatamente, aggiunge la nota. Joules manterrà un team di gestione autonomo e l'attuale direttore generale Jonathan Brown rimarrà al proprio posto. Inoltre, saranno conservati circa 1.450 posti di lavoro, ma 133 posizioni verranno tagliate, secondo Next e un comunicato separato della società di consulenza Interpath, che ha gestito la procedura fallimentare.
All'inizio di agosto, Joules aveva indicato di avere allo studio una fusione con Next, fatto che aveva fatto salire il valore del suo titolo azionario, che in seguito era stato sospeso dalle negoziazioni. Le trattative si erano arenate e il brand aveva dichiarato bancarotta a metà novembre dopo aver esaurito la liquidità, vittima della crisi del costo della vita, con l’inflazione che nel Regno Unito ha superato l'11%.
Noto per le sue giacche da outdoor e gli stivali di gomma colorati, il marchio inglese ha lottato per mesi con il calo delle vendite, determinato soprattutto dalla riduzione delle spese dei consumatori, ma anche dal clima secco di quest'estate, che ha scoraggiato l'acquisto di abbigliamento per gli ambienti esterni e antipioggia.
Il crollo di Joules s’inserisce nell’elenco sempre più corposo di marchi di moda di media o medio/alta gamma che si trovano in grossa difficoltà o che hanno dovuto chiudere i battenti, come è successo in Francia per marchi come Camaïeu, recentemente andato in bancarotta, San Marina e Cop.Copine, che si trovano in amministrazione controllata, o Pimkie, recentemente acquistato da un consorzio che però dovrà impegnarsi notevolmente per riuscire a ristrutturarlo e rilanciarlo.
Next è lo stesso gruppo che a inizio novembre ha comprato per un prezzo scontatissimo il marchio e la proprietà intellettuale di Made.com, rivenditore di mobili online, anch'esso vittima dell’inflazione, della fiammata dei costi, delle difficoltà nella catena di approvvigionamento e del calo dell'e-commerce, dopo il boom che le vendite online avevano sperimentato durante la pandemia.
“Ancora una volta Next viene in soccorso di un marchio in difficoltà, ma è un’operazione non priva di rischi”, ha affermato Susannah Streeter, analista di Hargreaves Lansdown.
“Oltre a dover sostenere le sue infrastrutture per le vendite digitali, Joules avrà bisogno di aggiungere una dose di modernità all’offerta del brand, incentrata sulla tradizione” e sull'atmosfera rurale britannica, aggiunge Susannah Streeter, mentre nel frattempo Next dovrà far i conti con l'inflazione galoppante, che ne sta “comprimendo i margini”.
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