AFP
Gianluca Bolelli
9 nov 2022
Next compra marchio e proprietà intellettuale di Made.com, in fallimento
AFP
Gianluca Bolelli
9 nov 2022
Il gruppo di abbigliamento britannico Next ha indicato in un comunicato che acquisterà il marchio del rivenditore di mobili Made.com, finito in bancarotta.

MDL, la filiale operativa di Made, martedì ha nominato tre amministratori dello studio PricewaterhouseCoopers per gestire questo deposito dei libri in tribunale.
Gli amministratori hanno “stipulato un accordo con Next Retail Limited per acquisire il marchio, i nomi di dominio e la proprietà intellettuale di MDL”, precisa il comunicato, senza indicare alcuna cifra.
Gli amministratori dovrebbero tentare di monetizzare gli altri asset rimanenti di Made.com e “i pagamenti ai creditori saranno effettuati secondo le loro priorità statutarie”, afferma la nota.
“Siamo profondamente delusi di essere arrivati a questo punto” e che ciò abbia un impatto sui “nostri dipendenti, clienti, fornitori e azionisti”, ha commentato Susanne Given, presidente di Made.com.
Molte delle diverse centinaia di dipendenti dell’azienda sono infatti a rischio licenziamento.
Susanne Given ringrazia tutte le parti legate all'azienda per il loro supporto durante “gli ultimi dodici anni e in particolare in questo periodo difficile, dopo aver lavorato così duramente per trovare una soluzione” per salvare la società, sebbene invano.
Non essendo riuscita a reperire nuove fonti di finanziamento, Made.com aveva annunciato la scorsa settimana l'intenzione di porsi in amministrazione controllata in vista della sua liquidazione, e la sospensione della quotazione del proprio titolo alla Borsa di Londra, che presto dovrebbe essere completamente cancellato.
Soffrendo di un calo della domanda, dovuto in particolare all'inflazione e all'interruzione globale delle catene di approvvigionamento, l'azienda aveva avvertito a settembre che stava valutando “diverse opzioni strategiche”.
Nota per i suoi comodi divani in velluto colorato, l'azienda ha subito un capovolgimento di fortuna da quando si è quotata in Borsa nel giugno 2021. La sua capitalizzazione di mercato era allora pari a circa 775 milioni di sterline e il suo titolo 200 pence, valori in seguito andati progressivamente in fumo.
Solo qualche anno fa, Made.com (fondata nel marzo 2010) sperimentava ancora un boom delle vendite e del suo seguito, anche in Italia, grazie al suo funzionamento in stile “fast fashion” dell’arredamento: operando solo on-line ed eliminando tutti gli intermediari presenti nel processo di produzione e distribuzione, l’azienda inglese nativa digitale collegava i consumatori direttamente con i designer ed i produttori. Agenti, importatori, magazzini e negozi venivano quindi eliminati, permettendo una riduzione significativa dei costi, che Made.com reinvestiva garantendo al cliente un design di qualità ad un prezzo accessibile. Un modello di business intelligente e agile che l’aveva addirittura spinta a puntare a diventare entro pochi anni la numero uno in Europa dell’arredo di design per la casa.
A fine ottobre, l'azienda che vendeva i suoi mobili nel Regno Unito, ma anche in altri Paesi europei come Francia, Svizzera, Belgio o Germania, ha annunciato l'interruzione delle trattative con potenziali acquirenti e lo stop ai nuovi ordini presso una sua filiale.
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