Nella Cruise di Koché l’omaggio al melting pot della meticcia Marsiglia
È stato istruttivo, dopo settimane di Cruise Collection, essere partecipi della versione di Koché delle linee Resort a Marsiglia, dato che la sfilata è stata messa in scena su una vera nave da crociera, anche se non proprio un transtlantico di lusso.
La stagione è cominciata sei settimane fa a Parigi con Chanel a “La Pausa”, un enorme transatlantico finto costruito all'interno del Grand Palais. E si è conclusa martedì sera – dopo escursioni a Chantilly, Saint Paul de Vence ed Arles grazie rispettivamente a Dior, Vuitton e Gucci – con uno show in cima al “Danielle Casanova”, un traghetto che viaggia da Marsiglia alla Corsica, all’Algeria e alla Tunisia.
Questa collezione co-ed è stata una celebrazione del melting pot unico di razze e culture che si può trovare nella meticcia Marsiglia, un omaggio al rinnovamento del porto di Marsiglia, e anche una bella affermazione di moda. Christelle Kocher, fondatrice e designer di Koché, è stata la terza stilista invitata da “Open My Med”, un programma creato da Maison Mode Méditerranée (MMM), l’ambiziosa scuola di moda locale. E gran parte della sua collezione accattivante, atletica, divertente e funky faceva riferimento a Marsiglia e al suo unico mix di culture, dove armeni e africani, la Provenza e Parigi arrivano a toccarsi.
Una miscela di sportivo e sublime, nella piena tradizione di Kocher, che ha mescolato le maglie da calcio del Paris Saint-Germain in un suo famoso show.
“La Cruise riguarda i viaggi. Volevo trasmettere l'idea del viaggiare a Marsiglia, con il suo speciale mix razziale. Riferimenti etnici, come una nuova djellaba fatta di aertex, fanno incontrare la femminilità e lo stile da gangster. La moda ha lo scopo di inviare messaggi, no?”, ha detto la Kocher.
Un défilé vivace, nel quale il cast sfilava sull'intero undicesimo piano della barca, e nel quale abbiamo potuto ammirare eccellenti abiti in chiffon e top ricamati con perline di corno a specchio con i motivi usati nei disegni marocchini con l’henné. Nel dopo show, artisti arabi hanno offetto ai turisti gli stessi modelli con tinture all'henné, anche dopo la mezzanotte, nel caos e nell'atmosfera del Vieux Port cittadino. Il défilé è stato spartano, ma anche poetico: vestiti floreali molto femminili che fluttuavano nella brezza della sera; tailleur turchesi da serata lounge con inserti di pizzo; abiti provenzali audaci; pantaloni da atletica per un esotico weekend, e la firma della casa: il cappotto tagliato come un kimono in lana Merino. Per gli uomini, felpe su cui si leggeva “Le Sud Bébé,” abiti da gangster in stile teppistello e persino maschere facciali con motivi henné.
“Volevo una nazione immaginaria, non troppo letterale. Volevo anche un cast che riflettesse il mix di questa città - Nord Africa, stile moresco, artisti locali, casting che comprendeva persone prese dalla strada e persino il capitano della nave”, ha sorriso la Kocher, mentre il tramonto faceva apparire rosa dietro di lei il lontano Chateau d'If, quello del Conte di Monte Cristo.
Come parte di “Open My Med”, Koché ha invitato un gruppo di artisti a creare delle installazioni in negozi dismessi su rue de la Republique, e dentro a “J1”, un nuovo spazio artistico dinamico ricavato in un ex magazzino nelle aree portuali della città. Un negozio era un'installazione virtuale pop-up; un altro aveva una propria carta da parati con su scritto “Live dangerously until the end!” (“Vivi pericolosamente fino alla fine!”). Un chiaro riferimento alla reputazione della città come centro internazionale per il commercio di droga, soprattutto da quando Gene Hackman vi ha girato “Il braccio violento della legge 2” nel 1975.
Comunque, Marsiglia presenta un’immagine diversa oggi, con i suoi tram puliti, il leggendario club di nuoto Cercle des Nageurs, dove Kocher ha organizzato un pranzo, e lo spelndido nuovo museo MUCEM, che ha aperto una brillante mostra di Ai Wei Wei questa settimana. Sorprendentemente, il padre dell'artista cinese, il poeta Ai Qing, salpò da Shanghai per approdare proprio a Marsiglia negli anni '20, per poi recarsi a Parigi ed esservi ingaggiato come lavoratore della lacca. In seguito, Qing scoprì la vita letteraria e artistica della capitale francese.
“Marsiglia ama la moda e Marsiglia è di moda”, ha detto il vicesindaco della città Didier Parakian, il cui nonno emigrò a Marsiglia dall'Armenia un secolo fa.
È stato anche straordinariamente ambizioso che un marchio alle prime armi come Koché realizzasse una Cruise Collection – considerando che i suoi competitor nel settore di queste linee di resortwear sono aziende multimiliardarie come Vuitton o Chanel.
“Beh, è stato un invito piuttosto unico quello offertomi da Marsiglia. È una carta bianca sulla quale scrivere ciò che si vuole. E sono molto grato ai marsigliesi per questo. In più, con ogni spettacolo che faccio, voglio inviare un messaggio forte. Ecco perché ho cercato un cast autentico, dagli artisti agli steward della nave. Per me era importante dare un'immagine positiva di questa grande città”, ha sorriso Kocher, che in seguito ha festeggiato in un party con artisti come Lucille Uhlrich e Diego Bianchi, che hanno sfilato anch’essi in passerella.
Il défilé di Koché è stato il terzo del progetto “Open My Med”, dopo quelli degli stilisti Yacine Aouadi e Jacquemus. Quest’ultimo ritornerà a Marsiglia lunedì 25 giugno per il suo show di debutto nell’abbigliamento uomo. Entrambi sono supportati da Woolmark, che aiuta anche a finanziare i video di Jacquemus e lo show di Koché allo Strand Bookstore di New York.
“Ci piace passare dalle parole ai fatti e scommettere in cose in cui crediamo nel profondo”, ha spiegato Stuart Ford, General Manager per l'emisfero occidentale di Woolmark.
“Open My Med” ha anche premiato ben 104 laureati della MMM creando una comunità di designer nella regione. “Questa costa è sempre stata fonte di ispirazione per artisti e designer, da Azzedine Alaia a Yves Saint Laurent; e con “Open My Mind” vogliamo valorizzare i giovani stilisti del bacino del Mediterraneo, e far brillare il nostro modello culturale”, ha spiegato Aurélia Vigouroux, condirettore di MMM.
Koché ora vende al dettaglio in 65 boutique, dalle Galeries Lafayette a Dover Street, sebbene i suoi migliori clienti rimangano i siti web di e-commerce come Net-a-Porter, ha spiegato l'amministratore delegato della casa di moda, Jean René Bouton, nel pre-show.
Non c'era nulla di chic su questa nave, il cui compito è trasportare persone e automobili in vacanza in Corsica, o a casa loro in Nord Africa. Non era certo un’imbarcazione di lusso come il Titanic, anche se questo elemento non ha fatto altro che aggiungere un senso democratico a questa collezione e quindi all’immagine del brand della Kocher.
Uscendo dallo show, non si poteva fare a meno di notare che una delle destinazioni del transatlantico è Orano, che i più sapienti ed esperti modaioli conosceranno come il luogo di nascita di Yves Saint Laurent. Anche se lo stile di Koché è distante parecchie miglia dall'opera di YSL, Yves molto probabilmente sarebbe stato entusiasta di questa sfilata.
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