Neiman Marcus prevede di vendere MyTheresa
Sulla scia del suo investimento nella piattaforma di rivendite di beni di lusso Fashionphile, il gruppo Neiman Marcus ha annunciato che sta valutando la possibilità di liberarsi del sito di e-commerce tedesco MyTheresa, nonostante sia redditizio.
In una nota presentata alla SEC (l'agenzia federale degli Stati Uniti per la regolamentazione e la vigilanza dei mercati finanziari), l’azienda di grandi magazzini con sede a Dallas, in Texas, che ha comprato MyTheresa dai suoi fondatori, Christoph e Susanne Botschen, e da Acton Capital Partners nel 2014, spiega di aver “cominciato ad esplorare e valutare delle alternative strategiche” per la piattaforma tedesca di moda di lusso, precisando inoltre che “non è stata presa nessuna decisione per effettuare alcuna transazione specifica o qualsiasi altra inziativa strategica” e che “non ci può essere nessuna garanzia che l'esplorazione di queste opzioni strategiche si tradurrà in una transazione”.
Secondo Neiman Marcus, il fatturato di MyTheresa nel periodo di nove mesi conclusosi il 31 marzo 2019 ha raggiunto i 272 milioni di euro.
Dopo aver accusato Neiman Marcus di non aver adempiuto ai suoi obblighi nei confronti dei suoi creditori, trasferendo 1 miliardo di dollari di asset MyTheresa fuori dalla loro portata lo scorso dicembre, l'obbligazionista Marble Ridge Capital ha nuovamente criticato le azioni del dettagliante martedì scorso.
“Come abbiamo già richiesto in passato, il 100% degli asset di MyTheresa deve essere restituito a Neiman Marcus”, ha affermato il fondo d’investimento in un comunicato. Marble Ridge aggiunge anche che la recente ristrutturazione del debito di Neiman Marcus e i suoi scarsi risultati finanziari dovrebbero rappresentare una fonte di preoccupazione per gli azionisti dell’azienda texana.
In effetti, nella nota di martedì il gruppo statunitense ha anche rivelato che nel terzo trimestre si aspetta di registrare un calo dei propri ricavi comparabili compreso tra l’1,3% e l’1,9%, una diminuzione che interromperebbe la serie di sei trimestri di risultati positivi in successione, mentre l’utile rettificato al lordo di interessi e imposte dovrebbe situarsi fra i 119 e i 129 milioni di dollari (tra i 106 e i 115 milioni di euro), in diminuzione rispetto ai 143,1 milioni di dollari (127,5 milioni di euro) registrati l’anno precedente.
In seguito all’annuncio di questi risultati deludenti, il gruppo statunitense ha ribadito la sua attuale strategia, che si concentra su un piano di trasformazione pluriennale. In esso è previsto che la catena di grandi magazzini acceleri l’integrazione digitale e raddoppi gli investimenti sull’innovazione “esperienziale”, con l’obiettivo ultimo di trasformarsi in una piattaforma di lusso omnicanale, focalizzata sulla sua clientela.
La recente apertura del flagship Neiman Marcus della superficie di oltre 17.000 metri quadrati a Hudson Yards, a New York, riflette questo nuovo approccio: lo store offre una vasta gamma di dispositivi elettronici, come camerini e specchi digitali, e nuovi spazi e servizi, tra i quali un salone di bellezza, un palco che ospiterà concerti e una cucina dove i clienti potranno partecipare a dimostrazioni, degustazioni e corsi.
Lo scorso febbraio, la società ha proceduto a effettuare una serie di nomine in incarichi direttivi per supportare la nuova strategia. David Goubert e Ginger Mollo sono stati nominati rispettivamente vicepresidente responsabile dei negozi e dell’esperienza commerciale e vicepresidente responsabile dell’esperienza commerciale sulla costa Ovest.
Invischiato in un debito di circa 4,6 miliardi di dollari (4,09 miliardi di euro), Neiman Marcus in marzo è riuscito a negoziare con successo una proroga di tre anni delle proprie linee di credito e dei suoi titoli non garantiti, nella speranza che questa ulteriore dilazione dia una possibilità di successo al suo risanamento strategico.
Il gruppo Neiman Marcus, che gestisce anche Bergdorf Goodman, Horchow e Neiman Marcus Last Call, ha registrato ricavi per 1,39 miliardi di dollari (1,24 miliardi di euro) nel secondo trimestre, terminato il 26 gennaio 2019. La sua perdita netta nel periodo è stata di 29 milioni di dollari (25,7 milioni di euro).
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