Piatti ricchi e molto chic per un Natale in barba alla crisi. Una nuova tendenza si va affermando nell'imbandire cenoni e pranzi di lusso con foglie, lamine, petali, fiocchi, pagliuzze e granelli d'oro commestibile a 23 carati.

E c'è anche l'oro e l'argento spray da spruzzare magari sulla frutta, su mele che diventano 'pomi d'oro'. Più gialla e più preziosa dello zafferano una lamina d'oro può regalare un tocco di originalità e di classe sopra un bel risotto alla milanese, come insegna Gualtiero Marchesi, tra i più grandi chef del paese e come insegna la tradizione rinascimentale. Sicuramente è una decorazione da usare con parsimonia, visti i costi, ma dall'effetto assicurato e che non comporta rischi per la salute.

Stati Uniti e Unione Europea autorizzano la consumazione di questo metallo prezioso se accompagnato da un additivo colorante, l'E-175.

Insapore, inodore, l'oro a tavola si scopre che veniva usato in tempi antichi. La ricetta originale del risotto alla milanese servito durante le cene di gala degli Sforza, a testimoniare la grande potenza economica della famiglia, richiedeva, insieme allo zafferano e al midollo di bue, l'aggiunta di oro.

I piatti a 23 carati non sono dunque una novità ma la riscoperta di una tradizione italiana, un'usanza che si consolidò nel periodo rinascimentale, durante il quale si ricorreva esageratamente all'oro per fare brillare i cibi sulle fastosissime tavole dell'epoca.

Per le prossime festività dunque l'oro trionferà nuovamente: in pagliuzze e granelli per impreziosire e colorare i cocktail, in fiocchi per creare un effetto scintillante sulle tartine al caviale, al foie gras e al salmone, in petali per dare un tocco di luce ai ravioli al nero di seppia o per colorare i tagliolini al tartufo d'Alba, in foglia per arricchire i risotti o per decorare i pesci più pregiati.