Nanushka accelera l’espansione all’estero, mettendo Parigi e Milano nel mirino
Il successo di Nanushka è in parte spiegato dalla sua impressionante capacità di adattarsi ai tempi. Fondato nel 2006, il brand ungherese è uno dei marchi di nicchia che hanno aperto la strada alla produzione eco-responsabile. Posizionatasi sin dalla sua nascita nel segmento del lusso accessibile, con collezioni senza tempo e materiali vegani, Nanushka è stata una delle prime aziende a prendere la decisione di sospendere tutte le sue attività in Russia. Al popolo ucraino, l'etichetta con sede a Budapest ha anche dedicato la sua ultima sfilata alla Paris Fashion Week, con modelle truccate con i colori della bandiera del Paese e un quartetto d'archi che suonava il suo inno. A partire da questa estate, il marchio realizzerà un progetto creativo innovativo, chiamato “Sun Series”.

Per definire l'identità di Nanushka, Sandra Sandor sceglie le parole con cura: funzionalità, eleganza, chic e comfort. Formatasi sui banchi del London College of Fashion, questa appassionata imprenditrice del design industriale e grande fan del movimento Arts and Crafts ha aspettato di tornare nella sua nazione natale, l'Ungheria, per fondare il proprio marchio con un concept locale e artigianale.
Caratterizzati da linee sobrie, minimaliste e moderne, i suoi articoli si posizionano nel segmento del lusso accessibile. Le borse Nanushka partono da 175 euro, mentre i cappotti possono arrivare fino a 1.495 euro. E il successo c'è: l'etichetta ha sedotto influencer e celebrity e annovera tra i suoi follower Selena Gomez e Hailey Bieber, che l'hanno portata sotto i riflettori. Oggi il marchio sfila a Parigi e ha già quasi mezzo milione di iscritti su Instagram.
Ma la sua popolarità non si riscontra solo sui social network. “Abbiamo sperimentato una forte crescita negli ultimi anni, è stato un lungo viaggio”, ha detto Peter Baldaszti a FashionNetwork.com. Il marito di Sandra Sandor è anche l'amministratore delegato di Nanushka; ha aderito al progetto della moglie nel 2017. Il fatturato, in quel momento, ha raggiunto il milione di euro. Cinque anni dopo, il marchio si è posto l'obiettivo di chiudere l'esercizio con un giro d’affari di 50 milioni di euro. Come spiega il suo dirigente, il Covid-19 ha rappresentato una “grande sfida” per il brand, sconvolgendone la filiera. Fortunatamente, le vendite hanno mantenuto il loro slancio grazie al canale digitale.
Peter Baldaszti ha anche fondato il conglomerato Vanguards Group (a capo dei marchi Nanushka, Aeron e Sunnei). Secondo lui, l'etichetta ungherese ottiene il 30% dei suoi ricavi dall'e-commerce e dai suoi tre negozi di proprietà diretta a Budapest, Londra e New York; il restante 70% è generato dal commercio all'ingrosso.

“Non sono un grande fan, né un fervente difensore del modello di vendita diretta nella moda. Penso che il wholesale sia interessante, con una distribuzione attenta, punti vendita ben selezionati e partner strategici. È fondamentale per un marchio. Il nostro obiettivo finanziario è trovare un equilibrio vantaggioso tra i due”, argomenta. In tre o quattro anni, l'azienda vorrebbe generare il 50% dei suoi ricavi dal commercio all'ingrosso.
Oggi le collezioni del brand sono distribuite in più di 140 punti vendita fisici in tutto il mondo: Le Bon Marché, Rinascente, Nordstrom, Saks Fifth Avenue e Neiman Marcus figurano in questo elenco. E sul web il brand è presente su diverse piattaforme del lusso, tra cui Farfetch, MyTheresa, Browns, Matchesfashion e Net-a-Porter.
“I nostri progetti futuri passano attraverso un forte sviluppo del retail”, rivela l'imprenditore. Il marchio sta lavorando all'inaugurazione di un secondo negozio negli Stati Uniti, che aprirà i battenti alla fine del 2022 o all'inizio del 2023. Nanushka si stabilirà anche a Shanghai e aprirà il proprio flagship su Tmall. “Il mercato cinese è di fondamentale importanza per noi”, riconosce Peter Baldaszti. Tuttavia, attualmente sono gli Stati Uniti e il Regno Unito a generare il maggior numero di vendite al brand.
Allo stesso tempo, Nanushka vuole scovare delle location adatte al suo business a Milano e Parigi. “Il nostro obiettivo è aprire negozi che funzionino come una dichiarazione di intenti, che permettano di vivere a pieno l'esperienza del brand, di scoprire tutte le collezioni e di prendere un caffè”, riassume l'AD. Il brand ungherese è un habitué della capitale francese, dove ha presentato una sfilata originale al Palais Garnier durante l'ultima Fashion Week. Un'esperienza che intende ripetere in questa stagione o nella prossima.

Guardando al futuro, Nanushka ha ancora alcune sfide da vincere in tema di sostenibilità. “Stiamo gradualmente sostituendo vari materiali con altri tessuti certificati o riciclati in ognuna delle nostre collezioni”, afferma Sandra.
Nel 2025, tutte le materie prime utilizzate da Nanushka dovranno essere ecologiche. “Stiamo facendo un po' meglio ogni stagione, ma siamo ancora lontani dalla situazione ideale. La strada è lunga e questa è la nostra grande sfida a breve termine”, afferma Peter Baldaszti.
La società ungherese vorrebbe anche “ampliare in modo significativo i suoi team”. Attualmente impiega 100 persone, di cui 50 a Budapest e circa 20 nei suoi uffici a Londra, che hanno appena raddoppiato le proprie dimensioni.

E per svilupparsi, l'azienda non esita a innovare. Dal 1° giugno al 18 agosto, Nanushka s’insedierà a Ibiza, nella sede dell'emblematico club parigino “Silencio” dell'isola spagnola. Non si tratta di un classico pop-up, ma di una residenza estiva alternativa. “Nanushka Sun Series” farà da cornice a feste, cene intime e performance creative durante le quali il marchio presenterà anche il suo nuovo progetto di linea di beachwear. I clienti potranno inoltre acquistare articoli delle sue collezioni Resort 2022 e Primavera-Estate 2022.
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