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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 mag 2020
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Naf Naf in amministrazione controllata

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
19 mag 2020

Alla ricerca di acquirenti, mentre il suo proprietario, il gruppo cinese La Chapelle, si sta disimpegnando, Naf Naf è entrato il 15 maggio in una procedura di amministrazione controllata avviata dal tribunale commerciale di Bobigny. L'obiettivo è facilitare il cambio di proprietà del marchio di moda.

Collezione Primavera-Estate 2020 - Naf Naf


Da qualche mese, il marchio di prêt-à-porter femminile sta cercando nuovi investitori, basandosi su un sistema di pre-arranged sale gestito dalla banca d'investimento Wingate. Uno strumento che permette di concepire un progetto di recupero in fase amichevole e con riservatezza.
 
Sono state registrate quattro manifestazioni di interesse e sono state infine presentate due offerte di acquisizione. Una proviene dal gruppo Beaumanoir, proprietario dei marchi Cache Cache, Morgan, Bonobo e Bréal, che intende rafforzare il proprio pool di marchi aggiudicandosi Naf Naf. L'altro viene dall’iniziativa di uno dei fornitori del marchio dal lontano 1986, SY Corporate. Un player turco che vanta siti di produzione in Tunisia e Turchia e che è attivo in Francia in quanto già coinvolto in un progetto di acquisizione: quello del marchio di moda femminile Sinéquanone lo scorso novembre.

Il gruppo Beaumanoir intende mantenere 263 dipendenti su 1.170, contro i 955 impiegati che verrebbero ripresi da SY Corporate. “L’offerta di Beaumanoir, che corrisponderebbe a un'integrazione orizzontale (sinergie col marchio Morgan), è deludente in termini di occupazione. La proposta di SY Corporate, alla quale sono favorevole, sarebbe un'integrazione verticale, che porterebbe il mantenimento della stragrande maggioranza del personale e consentirebbe significativi incrementi dei margini attraverso l'eliminazione degli intermediari in termini di sourcing e produzione. Un'alleanza industriale che consente più agilità”, sostiene Stéphane Cohen, presidente di Wingate, che ha centralizzato la ricerca di investitori. L'attuale management del marchio, guidato da Luc Mory, rimarrebbe al suo posto in questo secondo caso.
 
Questi due fascicoli devono essere esaminati dagli organi procedurali nel corso di un’udienza prevista per il 9 giugno. L'apertura dell’amministrazione controllata viene attivata per consentire il loro esame da parte del tribunale, per l'occasione non è stato riaperto alcun bando di gara. Non ci sarà quindi nessun altro candidato all'acquisizione. “In questa fase di uscita dalla crisi, è urgente dare un nuovo azionista a Naf Naf”, continua Stéphane Cohen.
 
Colpito dalla crisi del Covid-19, Naf Naf sta subendo in particolare la crisi del suo proprietario, La Chapelle, che non riesce più a sostenerlo. Nel 2018, il marchio era stato ceduto da Vivarte a questo gruppo cinese specialista dell’abbigliamento, per 52 milioni di euro. Nato nel 1973 sotto la guida dei fratelli Pariente, Naf Naf era entrato nell’orbita di Vivarte nel 2007, che dieci anni dopo lo ha ceduto per ripagare il proprio debito.
 
Il marchio oggi si appoggia su una rete di 243 negozi in Francia, tra cui 75 affiliati, e dispone anche di punti vendita all’estero. Nel 2019, la società aveva presentato un bilancio annuale stabile, attorno a 200 milioni di euro di giro d’affari, per l’80% ottenuto in Francia.

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