Mulberry: malgrado un 2019 in chiaroscuro, il brand resta ottimista per il futuro
Mulberry ha pubblicato i risultati preliminari del suo ultimo esercizio, chiuso il 28 marzo: un bilancio che riflette solo in minima parte le conseguenze della pandemia. Ma lo specialista della pelletteria di lusso ha fatto anche il punto sulla situazione attuale, affermando che l’esercizio in corso, che include l’impatto del coronavirus, supera le previsioni iniziali.

L’azienda si trova oggi in una nuova fase della sua storia, dopo la partenza del Direttore Creativo Johnny Coca alla fine dello scorso anno fiscale. Mulberry intende ora concentrarsi sul suo core business, la pelletteria, e abbandonerà l’abbigliamento dopo la stagione autunno/inverno 2020-21.
Questo nuovo approccio ha già portato dei risultati? “Oltre le nostre previsioni”, risponde il gruppo, il cui giro d’affari è calato del -29% nel corso del primo semestre, chiuso il 26 settembre. Una performance di tutto rispetto, tenuto conto della chiusura dei negozi durante il lockdown. E la tendenza è verso il miglioramento, dopo la riapertura dei punti vendita. I ricavi dell’e-commerce sono aumentati del 69%, mentre le vendite retail in Asia Pacifico hanno guadagnato il 27%.
La società è riuscita a stimolare il business online durante il lockdown grazie a una piattaforma speciale a prezzi ridotti, per compensare le vendite perse dai punti vendita. Un successo, afferma Mulberry. Inoltre, il brand dichiara di avere liquidità sufficienti per attraversare la crisi e prevede che le perdite saranno meno significative durante l’esercizio in corso.
Ma nel corso dell’ultimo anno fiscale completo, Mulberry ha conosciuto grandi difficoltà, causate principalmente dalle performance deludenti del suo canale retail. Le vendite sono scese a 149,3 milioni di sterline (164,4 milioni di euro), rispetto ai 166,3 milioni di sterline (183,1 milioni di euro) dell’esercizio precedente (che però copriva 53 settimane anziché 52). L’utile lordo è passato da 102,3 a 91,1 milioni di sterline (da 112,6 a 100,3 milioni di euro).
Secondo Mulberry, il calo dei ricavi riflette principalmente “un mercato britannico in difficoltà e l’impatto del Covid-19 verso la fine del periodo". Il giro d’affari del gruppo, infatti, era calato solo del -6% prima dell’arrivo del coronavirus.
Le vendite retail a livello internazionale, tuttavia, sono aumentate del 4%, raggiungendo quota 32,4 milioni di sterline (35,7 milioni di euro), pari al 26% del totale dei ricavi retail, contro il 23% dell’esercizio precedente. In Asia Pacifico, il retail è aumentato del 30%, grazie agli investimenti di Mulberry nella regione; una crescita compensata dal calo del -14% del canale nel resto del mondo, causato dalla chiusura di alcuni negozi.
Nel corso dell’esercizio, le vendite dirette hanno rappresentato il 91% dei ricavi del gruppo (contro l’88% dell’esercizio precedente), attestandosi a 135,4 milioni di sterline (149 milioni di euro); le vendite online sono state il 24% del totale, contro il 22% dell’anno prima.
Da qualche tempo, la società ha lanciato un nuovo store concept, implementato oggi in 28 punti vendita, che ha causato un aumento significativo delle vendite per metro quadrato. Il nuovo concept è caratterizzato da elementi di design che sottolineano le origini britanniche del brand e migliorano la presentazione delle collezioni, oltre che da una serie di tool tecnologici e da una migliore disposizione degli spazi.
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