Ansa
30 set 2013
Mostra a Parigi sui passi di Roger Vivier
Ansa
30 set 2013
Geniale e raffinato, Roger Vivier studiava all'Ecole des Beaux Arts di Parigi quando un amico, fabbricante di scarpe, gli chiese di disegnargli una collezione. Piacque, lui interruppe gli studi e, passo dopo passo, anzi scarpa dopo scarpa, divenne quel genio della calzatura che il mondo della moda conosce.
A lui, al suo marchio, alla storia della maison che continua con successo il suo cammino, è dedicata una mostra che, inaugurata il 1° ottobre, sarà aperta dal 2 ottobre al 18 novembre al Palais de Tokyo (curata da Olivier Saillard, scenografia di Jean-Julien Simonot).
Nato a Parigi nel 1907 e morto nel 1998, Roger Vivier ha lasciato una grande eredità alla moda. La maison, acquisita 12 anni fa da Diego Della Valle, ne ha rispettato la tradizione nel modo migliore, cioè all'insegna dell'innovazione e non della pedissequa imitazione del passato.
L'esposizione parigina (140 modelli in mostra) spiega bene, infatti, come l'eredità del designer Vivier stia nella ricerca e nell'originalità trasformate sempre in eleganza, talvolta anche spettacolare e stravagante.
La mostra è allestita come un vero museo, un Louvre della calzatura, del resto le scarpe RV sono state spesso considerate oggetti d'arte. Ad appassionare Vivier erano innanzitutto le forme: "mi capita - confessò - di rifare lo stesso disegno 500 volte, per essere sicuro di trovare l'idea giusta e di rispettare l'architettura del piede". E fu un'accurata ricerca anatomica a condurlo fino allo "stiletto", il tacco a spillo creato nel 1954 e che da allora le donne portano tra gioia e dolori.
I tacchi erano la sua ossessione: tra questi, Entrave (1958), Choc (1959) e il sinuoso Virgule che divenne il manifesto della griffe nel 1963 e che l'attuale designer della maison, Bruno Frisoni (mentre Ines de la Fressange è musa e ambasciatrice della griffe), ha riproposto con grande successo. Ma a sedurre Vivier erano le forme e gli equilibri complessivi della scarpa, quindi la ricerca sulla tomaia non era meno ossessiva: riuscì a disegnare una struttura più diritta, una forma inedita e più moderna che, nel 1958, trasformò nella punta 'Turc' e 'Guitare'.
Una scarpa Roger Vivier datata 1962. |
Eppure l'inventiva aveva radici nella storia e nella cultura: lo affascinavano le scarpe del Settecento, studiava le "moules" e la loro eleganza aperta. Nella sua idea, le scarpe erano comunque oggetti preziosi e non solo mezzi per camminare: ed ecco allora i decori e ricami, eseguiti anche dall'atelier Lesage, ma ecco la famosa fibbia d'argento diventata l'icona del marchio.
Al pubblico che visita la mostra interessa anche capire il rapporto tra il gran mondo e il "calzolaio" Vivier: erano sue le scarpe con i rubini che condussero all'incoronazione Elisabetta II nel 1953, come sue erano le calzature preferite da Soraya di Persia e dalla duchessa di Windsor, ma anche da tante dive. Marlene Dietrich, Elizabeth Taylor, Jeanne Moreau, Brigitte Bardeau, erano tutte sue clienti. Ma una, in particolare, è rimasta impressa nell'immaginario del grande pubblico: Catherine Deneuve, con le borghesissime pumps in Belle de Jour, il film di Bunuel del 1967.
C'è un altro dettaglio che rende bene l'idea di quanto Roger Vivier fosse considerato: negli anni 50 egli fu il solo e unico collaboratore di Monsieur Christian Dior a poter apporre il proprio marchio sulle scarpe accanto a quelle del couturier. Molti altri comunque utilizzarono le sue creazioni per le loro sfilate, da Elsa Schiaparelli prima a Yves Saint Laurent negli anni 60.
Infine, dopo aver tanto lavorato su misura e come creatore di calzature per altri, Roger Vivier decise di fondare nel 1963 la propria maison. Il patrimonio stilistico lasciato da questo personaggio raffinato è immenso: sin dal 2002 la maison del gruppo Tod's è impegnata a recuperare ovunque gli esemplari da conservare in archivio ed è riuscita ad aggiudicarsi la collezione personale di Monsieur Vivier battuta all'asta due anni fa. La mostra parigina si avvale anche di prestiti del Metropolitan Museum of Arts di New York, del Bata Shoes Museum di Toronto, del Museé des Chaussures de Romans e del Palais Galliera di Parigi.
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