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23 mar 2018
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Moscot supera i 1.000 negozi multimarca nel mondo

Pubblicato il
23 mar 2018

Il marchio statunitense di eyewear Moscot prosegue la propria espansione internazionale, orgoglioso del suo radicamento alle proprie origini nel Lower East Side di New York, ma contemporaneamente attento al mondo Digital e alle esigenze produttive moderne.

Uno dei nuovi occhiali della collezione "Punim" - Moscot


“Siamo grati agli italiani, che apprezzano molto le nostre linee e la tradizione della nostra società, ma anche il design classico e senza tempo del nostro eyewear, tanto che il Bel Paese è il nostro primo mercato”, afferma Harvey Moscot, di formazione optometrista, CEO del marchio statunitense fondato 103 anni fa nel centro di New York City come bottega di quartiere all’angolo tra Orchard Street e Delancey Street grazie al capostipite Hyman Moscot, e quarta generazione della famiglia di produttori di occhiali. La quinta è già rappresentata in azienda dal figlio di Harvey, Zack Moscot, che ne è il direttore creativo. Hyman Moscot arrivò nella Grande Mela nel 1899 cominciando a vendere per strada occhiali artigianali con un carretto di legno che è tutt’ora il logo del brand.

Con una produzione annuale di 100mila occhiali l'anno, 75 dipendenti e un prezzo medio di circa 250 euro, Moscot realizza in termini di vendite la maggioranza del proprio fatturato (Harvey Moscot preferisce non dichiarare il dato preciso) in Italia, che precede la Francia e la Scandinavia come primi mercati, ed è distribuito in oltre 1.000 negozi di ottica specializzati di 26 nazioni, 200 dei quali proprio in Italia, 150 in più dell’anno scorso. “È ottima la crescita che abbiamo registrato in Europa, ma l’Italia rimane la nazione con la fan base più elevata e quella cresciuta maggiormente lo scorso anno”, dice Harvey Moscot.

Zack e Harvey Moscot - Moscot


Un anno fa esatto Moscot inaugurava il suo primo negozio italiano, in Via Cola di Rienzo a Roma (città particolarmente amata da Harvey e Zack Moscot perché “dotata dello stesso vibe del Lower East Side di New York”, dicono), che ha fatto seguito alle aperture di Londra e della sede Moscot Europa a Lugano, in Svizzera.

Sono 8 i monomarca Moscot al momento, due in Asia (Tokyo e Seoul), quelli di Londra e Roma (lapsus di Harvey Moscot, che dice Parigi, non si corregge e ci deve pensare il figlio; forse un’indicazione per una futura apertura?, ndr.), e quattro a Manhattan. Prossimamente “vorremmo aumentarli negli States”, aggiunge il CEO.
 
“Vogliamo aprire negozi in location che offrano esperienze uniche, come lo store che abbiamo aperto nel Chelsea Market di Manhattan, ma siccome oggi si possono fare tantissime cose digitalmente, per portare le persone dentro un negozio fisico devi fornire un’esperienza eccitante, divertente ed interessante. E lasciare loro un ricordo positivo”, aggiunge Zack Moscot. “Stiamo comunque costruendo un nuovo sito web con l’e-commerce, e pur essendo un marchio heritage che può sembrare vecchio a un primo sguardo, ora siamo anche molto focalizzati sull’approccio digitale e attivissimi sui social”, sintetizza il giovane direttore creativo.

Un modello della linea "Zev" - Moscot


Oggi l'offerta si articola in due etichette: “Originals”, con le tre linee “Lemtosh”, “Punim” (completata da un nuovo telaio in oro) e “Zev” che prendono ispirazione degli archivi della famiglia Moscot dagli anni ‘30 agli ‘80, e “Spirit”, che attinge al DNA aziendale includendovi materiali pregiatissimi, dettagli d’epoca e vero metallo.
 
“Siamo conosciuti soprattutto per il frame “Lemtosh”, che è in vendita da vari decenni. Per la prossima primavera-estate l’abbiamo reinventato con spruzzi di titanio e oro, rivetti dorati e i nuovi colori turchese e cristallo, mantenendo però il feeling e la riconoscibilità immediata dello stile Moscot”, conclude Zack Moscot.

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