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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 ott 2019
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Montblanc si veste di rosso e punta sulla pelletteria

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 ott 2019

Un rosso vermiglio intenso veste la facciata dell'imponente edificio di Avenue des Champs-Élysées 152. La boutique della maison Montblanc sul famoso viale parigino assume temporaneamente questa nuova tonalità in occasione del lancio di (Montblanc M) RED, linea creata dal marchio di prodotti di lusso in collaborazione con (RED), l’associazione che lotta contro l’AIDS. Questa nuova collezione, che comprende articoli per la scrittura e una valigia da cabina è stata lanciata l'8 ottobre, in occasione della sesta conferenza sulla ricostituzione del fondo globale contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria a Lione, alla quale ha partecipato il presidente francese Emmanuel Macron.

La boutique di Montblanc sugli Champs-Élysées si è vestita di rosso per l’occasione - Montblanc / Anthony Ghnassia


“Questo progetto fa parte di una strategia avviata molto tempo fa da Montblanc. La nostra origine è legata alla scrittura, alla cultura e all’educazione e abbiamo sempre voluto collaborare con associazioni di beneficenza, che ci permettono di esprimerci in un campo d’attività autentico per la nostra griffe”, spiega Nicolas Baretzki a FashionNetwork.com.
 
Il CEO dell’azienda dal 2017 tiene a sottolineare l'importanza della sensibilizzazione nella lotta contro l'HIV. Il lancio del primo programma di Montblanc con l’Unicef riale a quasi 20 anni fa, e il marchio partecipa alla conferenza di ricostituzione delle risorse del fondo mondiale che ha l'obiettivo di raccogliere 14 miliardi di dollari nei prossimi anni. L’associazione (RED), invece, è stata istituita nel 2006 dal cantante Bono e dall’attivista Bobby Shriver.

Il viaggio, motore dell’industria del lusso
 
Fondata nel 1906, la maison Montblanc è stata costruita attorno al suo know-how nel campo degli articoli per la scrittura. Storicamente associata alle sue bellissime penne, l’azienda ha diversificato l’offerta nel corso degli anni, ora arrivata ad abbracciare i settori dell’orologeria, della cartoleria, della pelletteria e degli accessori.
 
“Siamo nati ad Amburgo, città che era un porto internazionale. I concetti di viaggiatore ed esplorazione sono veramente all'origine di Montblanc e fanno parte del DNA del marchio”, sostiene Nicolas Baretzki, il quale ricorda come “il viaggio oggi è un'area in cui Montblanc è davvero ferrato. D’altronde è un’attività nella quale siamo sempre più presenti fisicamente: ci potete trovare in quasi tutti gli aeroporti”.
 
L’obiettivo? “Proporre ai nostri clienti un’esperienza completa”, dalle valigie agli zaini, passando per gli smartwatch e i bloc-notes. “Secondo la nostra visione del futuro, alcuni segmenti saranno sempre più degni di figurare nel mondo del lusso. Come le valigie, soprattutto”, afferma il dirigente della società, che fa parte del gruppo Richemont. “Non si possono avere dei bellissimi oggetti di lusso e una valigia completamente spaiata rispetto ad essi. Ecco perché siamo convinti della necessità di avere una nostra linea di bagagli”, aggiunge con un sorriso.
 
E a quanto pare, la novità è la chiave del successo nel lusso. “È un settore particolarmente sensibile ai progetti innovativi", commenta Nicolas Baretzki, che fa l’esempio delle nuove tecnologie e delle numerose innovazioni nate attorno al mondo degli smartwatch alle quali la maison sta lavorando. E difende anche la diversificazione dell'offerta della sua azienda. “Quando entriamo in un nuovo settore, non lo facciamo mai opportunisticamente, ma vi dedichiamo davvero dei team che fanno solo quello e lavorano verticalmente”, spiega, citando il caso dell'orologeria meccanica classica, molto diversa dallo sviluppo degli orologi connessi.

Nicolas Baretzki, il CEO di Montblanc - Montblanc


Secondo gli ultimi dati pubblicati, la società ha generato un fatturato di 370 milioni di euro nel 2017. Senza entrare nel dettaglio delle cifre, il dirigente sembra soddisfatto dell'attuale sviluppo delle diverse categorie di prodotti. “Gli articoli per la scrittura restano in testa alle nostre vendite, perché si tratta del core business aziendale, ma la quota della pelletteria, e in particolare della valigeria, è sempre più importante”, si rallegra.
 
Il comportamento di Montblanc può variare in base ai mercati. “Credo che la Francia sia una terra di cultura e di scrittura, dove c'è ancora un futuro luminoso per gli articoli per scrivere, più che in altre nazioni. Tutto quello che posso dire è che attualmente tutte le categorie contano. Nessuna di esse rappresenta meno del 20% del nostro fatturato”, sottolinea.
 
Un settore imprevedibile
 
Per quanto riguarda l'internazionalizzazione, la strategia è chiara. “Montblanc è sempre stata un’azienda di prossimità, che si è sviluppata nei Paesi lavorando direttamente con la clientela locale”, spiega il dirigente, citando decenni di lavoro in India o in Brasile. La Cina è un altro esempio: il marchio si è diffuso oltre 20 anni fa in questo mercato, che oggi fa “parte dei nostri sbocchi principali”, nota Nicolas Baretzki. Il Paese asiatico rappresentava già il 15% delle vendite totali dell’azienda nel 2014.
 
Secondo il CEO, l’attuale contesto del settore del lusso è “imprevedibile”, il che costituisce un’opportunità, secondo lui. “Credo che ci troviamo in un periodo propizio per il lusso. Siamo in una fase molto creativa, in cui abbiamo l'opportunità di conoscere nuovi clienti che vogliono scoprire delle novità. Ci sono sempre più persone che hanno accesso a prodotti che portano con sé valore, storia e artigianato”, assicura ottimisticamente.
 
Tra di loro c’è il cocco di tutti i marchi, il "millennial", che anche Montblanc sta cercando di conquistare attraverso delle collaborazioni, come quella di questa estate con il marchio giapponese Bape. “È sicuro che con collaborazioni con marchi come Bape, i clienti che arriviamo a raggiungere non sono quelli abituali. Ciò è stato particolarmente vero in Cina. Questi tipi di progetti ci aiutano a piacere ad un pubblico più giovane”, riconosce. Ma questo rapporto è organico, assicura il CEO. “Non abbiamo una strategia particolare per puntare ai millennials. La nostra logica consiste piuttosto nel pensare che i millennials facciano parte della nostra clientela e nel capire cosa possiamo fare per loro. Non è lo stesso approccio”, insiste.
 
“Sono convinto che un poco di disruptionsia di tanto in tanto necessaria e che si debba essere in grado di sorprendere. Forse questa è una logica che piace anche ai millennials”, conclude il grande capo di Montblanc dopo alcuni istanti di riflessione. Basta riammirare il suo edificio rosso scarlatto (e molto fotogenico) per convincersene. Un abito da serata di gala che il negozio Montblanc degli Champs-Élysées indosserà ancora per un po’.

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