Ansa
11 feb 2020
Moncler: effetto coronavirus, investimenti congelati in Cina
Ansa
11 feb 2020
Moncler archivia il 2019 al galoppo ma si trova davanti il coronavirus a frenare la corsa nell'anno appena cominciato. Se è difficile quantificare l'impatto dell'epidemia, partita da un mercato chiave come la Cina, questo non impedisce al gruppo di adottare misure drastiche come il rinvio di progetti e investimenti, mantenendo solo quelli essenziali a rafforzare il brand.
In Cina un terzo degli store sono stati chiusi, il traffico di clienti nei negozi è crollato dell' 80% e anche l'ecommerce è calato visto che i centri logistici hanno chiuso. Da qui la decisione di rimandare all'inizio del 2021 gli investimenti per le riallocazione dei negozi, ossia le nuove aperture, e di spostare l'impegno in pubblicità alla seconda metà del 2020.
L'energia dei 4.600 dipendenti del gruppo "mi dà la forza e la totale fiducia che Moncler possa affrontare questa situazione e diventare ancora più forte", ha affermato il presidente e CEO, Remo Ruffini. ricordando che l'azienda ha 700 milioni di euro cassa. In sostanza si tratta ora di proteggere i margini riducendo i costi non necessari.
Il maggior azionista del marchio ha poi negato che qualcosa sia cambiato rispetto a due mesi fa quando si era parlato di una possibile vendita a Kering. "Abbiamo contatti con molti e ci sono molte possibilità ma non c'è niente sul tavolo, nessuna trattativa”, ha assicurato Ruffini. “Come tante aziende del lusso abbiamo buoni rapporti con altri gruppi".
I vertici dell'azienda di piumini gli hanno fatto eco escludendo che ci siano al momento opportunità di M&A. Ma questo non significa che ne possano arrivare in futuro. Nel frattempo per dare stabilità e continuità all'attuale direzione manageriale e creativa di Ruffini, la società adotta il voto maggiorato. Tale scelta, che sarà votata in assemblea il 16 marzo, servirà a mitigare la diluizione nell'azionariato in caso di eventuali operazioni di crescita per linee esterne. Nel frattempo i soci si consolano con un dividendo che sale da 0,4 a 0,55 euro per azione. A sostenere la cedola per complessivi 138,8 milioni, con un payout del 38%, sono l'utile di 361,5 milioni (+9% o +16% normalizzando il beneficio fiscale derivante da Patent Box) e i ricavi balzati a 1.627,6 milioni (+13% a cambi costanti, +15% correnti).
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