Miu Miu: cabaret in tempo di guerra
È sembrata un po’ una veglia funebre la sfilata di Miu Miu di martedì, l’ultima concepita da sola da Miuccia Prada come stilista unica del Gruppo Prada. Dieci giorni fa, la stilista italiana aveva sorpreso il mondo della moda annunciando che avrebbe condiviso la direzione artistica di Prada con Raf Simons dalla prossima primavera. Ma la collaborzione non riguarda il marchio Miu Miu; eppure, un retrogusto “fin de siècle”, da fine di un’epoca, emergeva dall'atmosfera generale dello show.
Questo addio parziale avviene con una collezione delle migliori, che ha presentato tutte le caratteristiche del DNA molto particolare del brand. La donna Miu Miu? Un composto unico di ragazza elegante, gran signora intransigente e imprenditrice oziosa. Senza dimenticare un tocco deliziosamente decadente.
Perché sono tante nottambule quelle che abbiamo visto sfilare in passerella, in abiti lunghi di raso stropicciato, aperti su scollature profonde e seducenti, indossati sotto un cappotto aperto abbinato a calzature zeppate molto alte, o a stivali da meccanico in pelle nera rinforzati con punte argentate.
Dopo aver incontrato un ricco amante, queste donne fatali riapparivano, stavolta indossando cappotti di pelliccia spinosa, vestite semplicemente con vestaglie ricamate con cristalli, attraverso i quali si distingueva della biancheria intima a contrasto. Abbiamo visto dei vestiti da spiaggia, inclusa una proposta "nautica" piuttosto audace, indossata da Bella Hadid. Lavorati a maglia, in lana e cashmere, questi outfit non sono concepiti per tuffarsi in piscina, ma per camminarvi intorno al bordo.
Era una di quelle sfilate in cui le stesse modelle avevano l’aria alticcia — come se provassero piacere nel sostenere questa leggera sensazione di dissolutezza evocata dai loro vestiti. Per quanto riguarda le acconciature, l'ispirazione è venuta chiaramente dall'attrice Veronica Lake: riccioli rialzati che ricordano gli anni '40, con quel non so che di indifferente che hanno coloro la cui giornata comincia veramente solo dopo la mezzanotte.
La colonna sonora aggiungeva un'atmosfera ambigua: “Time” di David Bowie, “Bitter Sweet” dei Roxy Music, “Mein Herr”, estratto del film Cabaret. Un accompagnamento ideale per queste nottambule, che sfilavano su un enorme tappeto art decò realizzato su misura, al Palais d'Iéna, proprio di fronte alla Tour Eiffel.
In sintesi: una sfilata memorabile, una collezione potente. Dopo lo show molto applaudito di Prada a Milano, sorge spontaneo il desiderio di porre le seguenti domande: Miuccia Prada ha veramente bisogno di un partner creativo? Non sarebbe sufficiente una radicale revisione dell'immagine e del marketing del marchio?
È quanto l'autore di queste righe intendeva chiederle direttamente. Ma proprio stavolta, la stilista, solitamente loquace e spiritosa, si è eclissata immediatamente dopo la conclusione della sfilata.
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