Ansa
8 gen 2013
Missoni jr: speranze appese a un filo
Ansa
8 gen 2013
Anche se la speranza è ormai appesa a un filo, nelle acque di Los Roques le ricerche per trovare l'aereo disperso con quattro italiani vanno avanti senza sosta.
A far perdere le tracce del velivolo "deve essersi trattato di un evento improvviso e catastrofico", che non ha dato tempo al pilota di segnalare l'emergenza, ha sottolineato in serata a Caracas l'ambasciatore Paolo Serpi. C'é un buco di tempo di due minuti tra quando il pilota ha chiuso il contatto con l'isola e il momento in cui doveva prenderlo con Caracas, ha ricordato il diplomatico, sottolineando "il massiccio dispiegamento delle forze" in una zona molto vasta. I mezzi venezuelani - ha aggiunto - puntano "in un'area dove potrebbe esserci stato l'impatto, con una profondità è tra i 48 e i 54 metri". Ricerche complesse anche perché in altre zone la profondità arriva invece fino a 4.000 metri, ha aggiunto Serpi dopo il sopralluogo fatto di persona a Gran Roque, da dove venerdì era decollato il velivolo senza mai arrivare a Caracas.
I lavori andranno avanti ancora "per otto giorni" e, se necessario, anche al di là di tale periodo di tempo, ha precisato, sottolineando che anche la costa venezuelana viene controllata, "nel caso in cui arrivino dei rottami". Serpi ha così tracciato un bilancio della situazione al termine di un'altra giornata di attesa. A fornire una possibile traccia, quanto meno delle condizioni meteo nell'area al momento del decollo, è Giuseppe Scalvenzi, fratello di Elda, che insieme alla moglie Rosa Apostoli non era salito sull'aereo scomparso con a bordo Vittorio Missoni, la compagna Maurizia Castiglioni ed i coniugi bresciani Foresti. "Ho visto i fulmini, c'era un temporale", ha raccontato Scalvenzi, che taglia corto invece sull'ipotesi del dirottamento, alla quale non crede.
Ore di angoscia intanto a Sumirago, dove i dipendenti dello stabilimento Missoni sono rientrati al lavoro "con il morale a terra" e dove i familiari aspettano notizie. "Al momento - ha detto Angela Missoni - non abbiamo novità, ma in noi c'é speranza e fiducia nel grande lavoro delle autorità: non ci arrenderemo". "Mio fratello Luca è in Venezuela come parte attiva delle ricerche, è un pilota e ora è impegnato a sorvolare l'area. Il nostro amministratore delegato, Alberto Piantoni, lo ha appena raggiunto. Sono in contatto diretto con le autorità venezuelane, l'unità di crisi e l'ambasciata italiana". Lo afferma Angela Missoni, sorella di Vittorio. "I miei figli e nipoti - spiega - sono con i miei genitori, tutti insieme in questo momento difficile".
Sul fronte delle indagini, i riflettori sono puntati su alcuni aspetti considerati determinanti. Per esempio, l'analisi dei pochi minuti di volo e della comunicazione avuta dal pilota - il 72/enne German Marchal - nel momento in cui, a 10 miglia di distanza, si stava allontanando dalla 'Gran Roque' verso la terraferma. A immaginare quel che può essere successo è Enrique Cuervo, un esperto dell'aeronautica di Caracas, che punta il dito soprattutto sulle comunicazioni dell'aereo. Il velivolo, afferma, potrebbe aver avuto un guasto e forse Marchal non è riuscito a segnalarlo perché le comunicazioni non hanno funzionato, forse perché l'aereo non aveva raggiunto la quota sufficiente. "Capita", afferma l'esperto, il quale si fa una domanda che si pongono in tanti a Caracas: "l'aereo era provvisto di un Gps? E in tal caso, era stato attivato?".
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