22 ott 2019
Missoni, L'Autre Chose e Giannico: come la finanza aiuta la moda a esprimersi al meglio
22 ott 2019
Durante la seconda giornata di lavori, sul palco del Milano Fashion Global Summit si è parlato anche di come gli strumenti finanziari possano supportare i brand nel loro percorso di crescita.
Maurizio Tamagnini, CEO di FSI, ha parlato dell’esperienza del fondo con Missoni: “Il caso di Missoni è emblematico di come si possa fare un passaggio generazionale senza sacrificare né la proprietà famigliare né la crescita dell'azienda. Da quando siamo entrati in Missoni stiamo facendo investimenti sul lungo periodo, la società cresce a doppia cifra, grazie all’apertura di nuovi store, alla linea M Missoni, prima gestita in licenza e ora tornata in house, e anche a Missoni Home, la collezione per la casa che sta riscuotendo un grande successo e per la quale abbiamo in programma per il 2020 un importante progetto”.
“Grazie a FSI ora abbiamo una governance che prima non esisteva, fondamentale in un’azienda famigliare, con manager esterni nel board e strumenti finanziari per competere sul mercato”, gli fa eco Margherita Missoni, Direttore Creativo di M Missoni. La stilista ha inoltre sottolineato il focus sostenibile del brand, che oltre a far leva sui propri archivi sta utilizzando parte dei filati che possiede in stock, nell’ottica di acquistare meno e recuperare il più possibile. “Con M Missoni vogliamo raggiungere un pubblico più giovane; il 20% della collezione è pensata per essere indossata sia da uomini che da donne, anche se il focus è sulla donna”.
A raccontare la propria esperienza sono saliti sul palco anche Alice Carli e Nicolò Beretta, rispettivamente CEO e Direttore Creativo di L’Autre Chose e Giannico. La società marchigiana di womenswear, controllata dal fondo Sator, ha infatti acquisito a settembre il 100% di ADN Srl, proprietaria della giovane insegna dell’enfant prodige delle calzature di lusso Nicolò Beretta (classe 1995).
“Quando tra dicembre 2018 e gennaio 2019 il fondo Sator ha acquisito l’Autre Chose, il nostro obiettivo era di rendere il brand sempre più contemporaneo e internazionale. Abbiamo seguito due direttrici principali: l’omnicanalità e l’internazionalizzazione a livello wholesale, che rappresenta oggi il 68% del fatturato consolidato; infatti, se Giannico era già più presente all’estero, L’Autre Chose era più posizionato in Italia”, spiega Alice Carli. “Abbiamo consolidato l’area EMEA con importanti aperture nei principali department store, come Galeries Lafayette, Printemps e Tsum; a Milano eravamo in Brera ma abbiamo deciso di spostarci tra via Montenapoleone e via Manzoni”. La CEO sottolinea poi l’importanza dell’integrazione tra i vari canali, retail, e-commerce diretto e indiretto con Farfetch, che ha portato oggi le vendite online al 32% del fatturato. La società ha inoltre in previsione un accordo con un grande gruppo cinese che prevede l’apertura di 10 store in franchising nell’area Asia Pacific.
Dal punto di vista stilistico, Nicolò Beretta ha sottolineato le differenze tra i due brand: “Giannico si ispira al mondo dell’arte ed è caratterizzato da forme delicate, materiali preziosi e applicazioni di cristalli; abbiamo infatti recentemente siglato un importante accordo di fornitura con Swarovski. La donna L’Autre Chose è più il mio ‘everyday’: una donna elegante, che trae ispirazione da molteplici aspetti. I due brand non si cannibalizzano: i canali distributivi, i prezzi e i target sono molto differenziati”.
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