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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 giu 2022
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Milano moda uomo si completa con Zegna nella sua 'Oasi'

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
21 giu 2022

Le sfilate milanesi del menswear si sono concluse lunedì sera con una rivoluzionaria, vivace e sbarazzina collezione presentata da Zegna, svelata davanti a un gigantesco panorama delle Alpi italiane, in una stagione segnata dal desiderio di un ritorno alle radici di questo Paese.

Zegna - Primavera-Estate 2023 - Menswear - Milano - DR


Una stagione di sfumature terrose – terracotta, grano, granoturco o narciso. Aspetto palese nella sfilata di Zegna più che in tutti gli altri dèfilé visti a Milano. Una sfilata per realizzare la quale il direttore creativo Alessandro Sartori ha spedito i suoi modelli sul tetto dello storico stabilimento tessile di Zegna. Un camino di mattoni rossi ha sprigionato vapore “non pericoloso”, pochi secondi dopo il tramonto ai piedi delle Alpi verdeggianti, quando è apparso il primo modello del cast.
 
Dopo lo show, la serata è proseguita con un'allegra cena, condotta da Anna Zegna, nipote del fondatore Ermenegildo Zegna. Nato nel 1892, Ermenegildo deve essere considerato uno dei più grandi imprenditori della moda europea. Aprire una piccola azienda produttrice di tessuti e trasformarla nella più importante fornitrice di tessuti di qualità nel comparto dell’abbigliamento maschile italiano. E, a latere, creare un giardino forestale ecologico, chiamato 'Oasi', molto prima che la parola ecologia diventasse trendy. Oltre ad acquistare e custodire un intero versante montano delle Alpi piemontesi.

“Quando da piccola venivo in questa stanza, ci veniva detto di essere molto silenziose per non disturbare nostro nonno. Ma siamo molto felici che voi possiate fare un sacco di rumore stasera”, ha sorriso Anna, in un discorso gentile davanti a un enorme dipinto a olio che riproduce Ermenegildo con indosso un abito a tre pezzi, mentre una cinquantina di ospiti cenavano nello splendore marmoreo della villa neoclassica del nonno.

L'abito del fondatore è molto diverso da quello che abbiamo visto sulle passerelle milanesi di questo fine settimana. È stata una stagione in cui più sarti da uomo si sono confrontati con le domande: ci saranno tanti uomini che non indosseranno mai più abiti? Come ci si veste per essere presi sul serio su zoom, in sala riunioni o in un dopocena?
 
Nessuno ha affrontato tali dilemmi più direttamente di Sartori. E con più slancio di tutti i suoi colleghi, visto che tutta la sua ragion d'essere in queste ultime stagioni è stata sviluppare uno stile per il post-pandemia.
 
“Si tratta di creare nuove funzioni ibride”, ha spiegato Sartori, citando come esempio, in un'anteprima pre-show, pantaloni voluminosi abbinati a giacche Mao oversize in spugna di cotone.
 
Le sue idee più coraggiose erano tessuti degni dell’alta moda, come la maglieria double-face, con cotone a cuciture piatte all'interno e spugna all'esterno. Oppure completi con camicie oversize e capispalla completati con rifiniture in pelle.
 
La più autorevole dichiarazione di moda di Alessandro, uno dei migliori sarti italiani, è stata una giacca su misura monopetto, con bottone singolo con bordi grezzi. Realizzata in mohair, seta o lino a tre strati.

Zegna - Primavera-Estate 2023 - Menswear - Milano - DR


“È la nuova interpretazione della sartoria”, ha detto Sartori.
 
Tra gli altri must-have ci sono gli impermeabili antipiega in popeline tecnico di seta, così leggeri da poter essere ripiegati nella tasca dei jeans. Le stampe facevano riferimento alle colline sopra la città natale di Zegna, Trivero, con le stampe dei boschi su giacche di lino ultraleggero color ecrù. Oppure giacche in maglia tie-dye rifinite con una membrana per avere un effetto eco-futurista. Veri oggetti da cultori.
 
Ma, come tutti i cambiamenti di paradigma, questo è sembrato molto simile a un lavoro in corso. Con molti look oversize d’aspetto intrigante invece che lusinghieri per la figura. In effetti, si provava nostalgia per la sartorialità affilata come un rasoio che ha regalato la fama a Sartori.
 
Gli ospiti sono stati guidati attraverso la fabbrica fino all’evento sul tetto attraverso una galleria sopraelevata, al suono molto rumoroso delle macchine che sfornano tessuti. La galleria si è rivelata essere un nastro dell'impianto, dato che tutti i lavoratori erano andati a casa la sera. Ma ha finito per suonare come un DJ assonnato fatto di un sedativo-ipnotico come il Quaalude che mette i dischi in un club techno della Germania orientale.
 
E, stranamente, nonostante ci trovassimo a 700 metri sul livello del mare, gli ospiti privilegiati erano divorati dalle zanzare. Forse, in un certo senso gli insetti intendevano solleticare la coscienza su quanto fosse davvero bella questa collezione?

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