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Milano Moda Donna: calendario difficile e la crisi divide

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10 set 2009


Enrico Coveri - Sfilate Milanesi A/I 2009/2010

MILANO, 10 SET - "Non ho la bacchetta magica!" dice Mario Boselli. Se l'avesse, il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana la userebbe per convincere stilisti e marchi "a fare sistema", o almeno a essere più malleabili e "ragionevoli" riguardo il calendario delle sfilate di Milano Moda Donna, che inizieranno il 23 settembre.

Invece quest'anno - spiega Boselli - con l'economia e la moda ancora in piena crisi, è stato peggio che mai: "Pensavamo che la difficoltà del mercato, il calo delle vendite, avrebbe indotto stilisti e aziende a trovare un maggiore accordo, invece ha spinto ciascuno a difendere i propri interessi. I nostri creativi poi - prova a scherzare Boselli - sono bravissimi anche nel creare...problemi".

Chi non è del mestiere si stupisce, ma l'organizzazione dei calendari stagionali delle passerelle è un dramma collettivo: ogni griffe deve avere il suo orario che naturalmente è sempre quello preferito anche da tanti altri marchi ciascuno dei quali misura il proprio potere nel cercare di imporre la data prescelta. Quest'anno poi ci si mette anche la concomitanza, il 28 settembre, con la festività di Jom Kippur e tutti vogliono evitare di sfilare quel giorno per non inimicarsi i buyers e i giornalisti ebrei.

Ma tant'é, l'organizzazione internazionale dei cicli di sfilate prevede che Milano, dopo New York e Londra e prima di Parigi, occupi i giorni dal 23 al 30 settembre: ecco allora che i marchi potenti si piazzano d'imperio nelle 4 giornate dal 24 al 27 settembre, facendo diventare meno importanti, se non marginali, gli altri giorni, iniziali e finali. "Avevamo fatto un bel calendario steso su sei giornate importanti, all'ultimo è stato tutto messo in discussione, abbiamo trovato una soluzione solo ieri notte" spiega Boselli.

Le sfilate saranno 97 per 89 marchi (sono 8 le sfilate doppie), 47 griffe sfileranno nel Milano Fashion Center (gli spazi in Fiera) e 42 in location esterne, le presentazioni saranno 78 per 65 marchi. Alla fine, la passerella di Dolce & Gabbana è rimasta fuori dal calendario ufficiale (come avviene da parecchie stagioni) ma senza sovrapporsi a nessuno, mentre D&G sfilerà 'sopra' Krizia; anche Fendi per la prima volta non compare in calendario e si posiziona autonomamente in concomitanza con la sfilata di Mariella Burani.

La kermesse si avvierà comunque il 23 con le taglie morbide di Elena Mirò e con i giovani dell'incubatore della moda e chiuderà mercoledì 30 con gli stilisti di Pakistan, Colombia, Russia e India. Nelle giornate centrali, tutti i grandi nomi storici, da Armani a Prada, da Cavalli a Versace, da Marras a Moschino, da Gucci a Ferretti, da Richmond a Fendi, da Max Mara a Ferragamo, da Ferré a Jil Sander, da Pucci a Missoni, da Blumarine a Burani, da Iceberg a Etro, da marni a Bottega Veneta e via elencando fino ai nomi nuovi, ma già affermati, come Albino, Pecoraro, Colangelo, Aguilano Rimondi. La stampa e i compratori - ammettono tutti - hanno ormai dei budget molto ridotti, il soggiorno a Milano deve essere il minimo indispensabile, per questo tutte le case di moda cercano di concentrarsi nelle 4 giornate centrali.

Anche Parigi, subito dopo, si dovrà restringere: stavolta i suoi 9 giorni ufficiali di passerelle si ridurranno a 6 giornate importanti. "Ma che Milano non si offenda, noi - spiega una giornalista americana - restiamo di più a Parigi solo perché nella capitale francese, oltre a vedere le sfilate, lavoriamo già ai servizi di moda, evitando così di dover tornare in Europa o di farci spedire i vestiti".

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