Milano ha mostrato un uomo versatile grazie a Philipp Plein, Magliano e Justin Gall
Alle sfilate maschili milanesi appena conclusesi ha preso forma un guardaroba maschile sempre meno omologato. Fra tradizione sartoriale italiana, sportswear evoluto o voglia di esprimersi al di fuori dei diktat del genere sessuale, le collezioni Autunno-Inverno 2022/23 hanno svelato le più disparate personalità maschili. Come lo stile festoso e arty-pop di Philipp Plein, quello disinvolto e losco di Luca Magliano e lo spirito futuristico da guerriero urbano di Justin Gall.
Quest'ultimo, in particolare, ha fatto sensazione domenica sera mostrando una collezione potente. Soprattutto tramite delle silhouette in stile Bibendum di Michelin, con piumini spessi e pantaloni svasati che coprono tutto il corpo, o per mezzo di alcuni look “Yeti” composti da tute con cappuccio e tuniche a pelo lungo. Il marchio romano di abbigliamento maschile Gall, che da questa stagione prende il nome dal suo stilista Justin Gall, ha sfilato per la prima volta a Milano, svelando il proprio mondo distopico. Occhiali scuri, cappuccio e collo alto che nascondono metà del viso, i modelli, tutti dotati di un anorak appeso alla schiena, indossano abiti voluminosi, come fossero gli ultimi sopravvissuti post-apocalisse di una zona arida e ghiacciata.
Il marchio, che si era distinto per il suo stile dal grande impatto alla prima Milano Fashion Week digitale di luglio 2020, continua nell’esplorazione dell'universo del capospalla con imponenti outfit da sopravvivenza multifunzionali per affrontare un mondo esterno sempre più ostile. “Adoro disegnare capispalla. È la mia passione. Per me è una vera sfida, perché è complesso riuscire a costruire una silhouette protettiva. Il passato non mi interessa. È più interessante creare qualcosa di nuovo. Disegno per il futuro”, confida lo stilista californiano 35enne, consulente per brand di abbigliamento sportivo, che dopo sette anni a New York è venuto a stabilirsi a Roma nel 2014 per fondarvi la sua casa di moda insieme a Chiara Nardelli, sua compagna in passerella e nella vita.
Il suo guardaroba in stile active da urban fighter è composto da boxer, finti parka, giacche a vento imbottite di tasche e cerniere e giacche con tasca zippata sul retro, tagliate in tessuti tecnici ultra performanti dalle proprietà innovative, come i nylon che possono modificarsi con i movimenti del corpo, il tessuto cinereo e stropicciato, o l'altro con effetti di tinture sbiadite. Gli abiti sono tutti funzionali e componibili, si incastrano l'uno nell'altro: gilet, giacche, maniche rimovibili e persino il cappuccio che si prolunga in una sciarpa dritta, come una stola religiosa, fornita di tasche nascoste.
Completi in finta pelle e completi kaki in stile militare si aggiungono al guardaroba. Tra le materie prime, a fianco di tela di cotone, nylon e lana vergine, in questa stagione appaiono feltro e velluto a grosse coste, inseriti in lunghi cappotti. Posizionato in una fascia medio alta del mercato, con prezzi che vanno dai 90 ai 1.200 euro, il marchio è distribuito da una ventina di rivenditori tra Stati Uniti, Italia, Berlino e Mosca.
Da Philipp Plein il dress code imponeva una mascherina nera (distribuita all'ingresso della sfilata per chi avesse avuto il cattivo gusto di presentarsi con una mascherina bianca). Il marchio di moda e lusso fondato in Svizzera nel 1999 dall'omonimo stilista tedesco è tornato venerdì sera sulle passerelle milanesi con una sfilata fisica organizzata nel suo nuovo showroom di Via Burlamacchi (ex Bikkembergs), trasformato per l'occasione in una galleria d'arte, dove il padrone di casa viene a verificare con il pubblico prima dello show che tutto stia andando bene.
Gli spazi sono rivestiti in marmo bianco, così come i lunghi tavoli centrali sui quali sono collocate le opere d'arte dello stilista. Si può ammirare una copia rivisitata dell'antica scultura greca del gruppo di Laocoonte, dove il personaggio centrale indossa le sneakers Philipp Plein, oltre a mostri chiamati “Lil Monsters”. Una serie di sculture pop di personaggi giocosi dagli occhi grandi, che sembrano uscire dai film d'animazione degli anni 2000, a metà strada tra i Pac-Man dei celebri videogiochi e le creazioni di Jeff Koons.
Tutti i personaggi sono riprodotti sugli abiti di questa collezione pop, colorata e gioiosa, e invadono camicie, tute, borse, cappellini, mini abiti con strass o maxi piumini e lunghe pellicce. Un maglione rosso di jacquard presenta un simpatico mostro alligatore, mentre dei tag adornano i pullover, indossati come mini abiti. In scarpe da ginnastica e giacche Teddy, le giovani donne e i ragazzi di questo cast senza nessun modello o modella bianchi sembrano appena usciti da un campus universitario per una gita del sabato sera, mentre ondeggiano su una colonna sonora da discoteca. Per l'occasione le ragazze hanno tirato fuori décolleté con plateau e tacchi vertiginosi e un cappotto scintillante ricoperto di cristalli.
Diametrale cambio di scenario da Magliano, che ci immerge nel mondo della notte, collocando un bar dei bassifondi all'interno del circolo “Bellezza”, piccolo centro sociale di Milano. La sfilata si svolge in tre sale, dove le modelle vagano languidamente tra gli invitati, sparse con le loro sedie per tutto lo spazio. La sala d'ingresso ha il suo simbolico “ring”, ovvero un grande letto matrimoniale, poi ci sono il bar e la sala giochi con al centro un tavolo da poker.
I locali restano nell’oscurità per tutto il défilé, creando l'atmosfera giusta per svelare la galleria di coloratissimi personaggi immaginati dallo stilista Luca Magliano, con i loro eleganti pantaloni a pieghe e le ampie giacche a un bottone, mentre dietro il bancone due uomini si baciano languidamente a lume di candela.
In questo bar, ribattezzato “Magliano”, ci imbattiamo per caso in un vecchio saggio barbuto con indosso una scintillante maglia di lurex rosso, un adolescente in tuta da ginnastica, da cui sporge una grossa maglia scozzese, un teppistello di periferia con la sua giacca da rocker dalle spalle troppo larghe, un boss della malavita in un look total black, che nasconde il viso sotto il cappuccio della felpa, un poeta vestito di rosa pallido con una sciarpa di raso bianco al collo, un uomo elegante in mocassino e pantaloni neri abbinati a una giacca chic di tweed in stile “Chanel”. Senza dimenticare il viaggiatore, dotato di scarponi da montagna e cappello da cacciatore di pelliccia, in maglione e cardigan coloratissimi, indossati sopra pantaloni a quadretti.
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