Milano Unica inizia la sua rivoluzione sotto il segno dell'ottimismo
“Questa 25ma edizione di Milano Unica è caratterizzata da tante “prime volte”. È la prima volta che il salone si svolge in luglio invece che in settembre, è la prima volta che viene inaugurato dal sindaco di Milano ed è la prima volta che vi accogliamo dei designer di abbigliamento”. È con queste parole che il presidente del salone di riferimento in Italia per i tessuti, Ercole Botto Poala, ha inaugurato martedì, alla presenza tra gli altri del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la manifestazione, che si conclude giovedì 13 luglio alla fiera di Rho.
Sin dal primo giorno si è potuta percepire una certa effervescenza fra le corsie del salone dedicato alle collezioni invernali 2018-19. Con le sue date anticipate di due mesi, che lo vanno a posizionare nettamente in anticipo nella stagione e ben lontano dal suo diretto concorrente francese Première Vision, Milano Unica non ha mancato di suscitare curiosità.
Grazie al sostegno finanziario che il governo italiano ha concesso al comparto del tessile-abbigliamento, il salone in questa stagione ha potuto invitare più di un centinaio di attori del settore dei mass media e di quello della moda. La delegazione russa conta da sola su 37 persone.
“Questo anticipo a luglio, per chi realizza direttamente le collezioni come me, è fondamentale. Non si è trattato di una scelta facile, ma è certamente una mossa vincente”, ha dichiarato Claudio Marenzi, il presidente dell’organismo degli imprenditori Sistema Moda Italia, che dirige anche il brand specializzato nell’outerwear Herno.
"Noi siamo tra quelli che hanno spinto per questo spostamento di date, perché è il mercato che lo esige. Oggi ai fornitori si chiede di essere sempre più flessibili. Non è più possibile mantenere i ritmi del passato”, aggiunge Paolo Zegna, del famoso gruppo di tessile-abbigliamento specializzato nel menswear Ermenegildo Zegna.
“Ho notato un buon flusso di persone in fiera. Il fatto che il salone si svolga due mesi prima di Première Vision è molto positivo, perché ci sono più espositori. Molti tessitori che in precedenza non venivano a Milano Unica a causa della vicinanza delle date con il salone francese sono tornati a Milano in questa stagione”, rileva Elena Marradi, della società Schmid, che produce tessuti per scarpe e borse.
Ma non tutti fra gli espositori sono riusciti a presentare, visti i tempi così ristretti, una collezione completa, come hanno evidenziato alcuni visitatori delusi. Per esempio Anna Francesca Ceccon, creatrice del marchio di alta gamma Atelier Moi Multiple, che lavora anche per La Perla.
“Per me questo cambiamento di date è meraviglioso. Il problema è che i fabbricanti di tessuti non sono pronti. Sono qui in fiera solo con la metà delle loro collezioni. Saranno pronti per Première Vision! Invece io devo consegnare la mia collezione entro la fine del mese…”, si rammarica.
Stessa storia per il cinese Cao Yunfeng, responsabile della fornitura di tessuti per il marchio JNBY. “È una buona cosa che Milano Unica si sia staccato da Première Vision. Ma tutti i produttori di tessuti presenti non sono pronti”, sottolinea a sua volta.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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