Milano Fashion Week: il forziere del tesoro di Marni
Dopo sole due collezioni femminili per Marni, il giovane stilista italiano Francesco Risso si è già perfettamente appropriato del DNA del brand.
I vestiti allucinatori, surreali e talvolta bizzarri che ha presentato avevano tutto il potere emozionale e i colori esuberanti che da sempre si associano a Marni. Ma con un tocco più giovane e un certo senso di ottimismo.
Francesco Risso ha anche fatto tornare l’impeto e lo slancio originario di Marni. Inizialmente il marchio è stato creato per realizzare una collezione di prêt-à-porter per la famiglia Castiglioni, il cui lavoro manifatturiero nella pellicceria era molto stimato. Guarda caso, le idee migliori di Risso sono state nelle pellicce: accappatoi da campioni di boxe in un mix di visone e volpe in colori pastello, intercalati da inserti di nylon e jacquard. Uno di essi, bianco, era punteggiato da fragoline fatte di tessuto. Le modelle li indossavano lasciando che le lunghe cinture di pelliccia fossero trascinate dietro di loro, come bellezze appena uscite vittoriose da un incontro di lotta pieno di fascino.
Ma è stato il coraggioso senso di fantasia di Francesco Risso a trovarsi al centro della collezione: bustini a forma di scacchiera, enormi motivi scozzesi, elefanteschi pantaloni indiani da maharajah e cappotti in pelle pieni di ardore, con grandi rose astratte.
Lo stilista non manca di coraggio. Il suo primo défilé per Marni aveva dato un'impressione di lavoro incompleto: questo ha dato l’idea di molta più sicurezza nei propri mezzi. Per molti versi si è trattato indubbiamente dell’evento più stimolante visto a Milano e della collezione che ha proposto le idee più innovative.
Presentato all’interno della sede sociale di Marni, in Viale Umbria, in un ambiente intelligentemente aggiornato ai nostri tempi, con panche in irsuta pelle bovina, il défilé è stato salutato da un applauso scrosciante. La prima ispirazione di Francesco Risso è stato un semplice scarabocchio e un sogno che si è concluso con una donna appollaiata su uno skateboard, con un look scultoreo stile anni ‘20.
“Volevo un cocktail bizzarro di eventi, di collisioni. Dunque ho chiamato questa collezione “Caccia al tesoro”. Si tratta di una donna che fruga in un baule pieno di tesori, li esamina, li ingrandisce e li adatta”, ha detto lo stilista.
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