Pubblicato il
7 ott 2010
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Miki House vola in Francia e in Italia
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7 ott 2010
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7 ott 2010 – Arrivata in Francia nel 1986 e in Italia nel 1998 Miki House fino al 2007 si trovava un po' come in un “limbo sospeso" nei due paesi cugini. "Il posizionamento di Miki House era molto poco 'leggibile' sul mercato dei prodotti per bambini in Francia", sottolinea Luc-Aurélien Nory, arrivato a fine 2006 a dirigere lo sviluppo per la Francia del brand e nominato direttore generale Francia e Italia nell'aprile scorso.
Collezione Miki House |
Vari sforzi sono stati quindi intrapresi per ridefinire il DNA del marchio e ridurre i costi. A fine 2009 la boutique del quartiere di Saint-Sulpice a Parigi, è stata chiusa per concentrarsi su di una sola vetrina: un flagship ammiraglio situato in rue Saint-Honoré nel primo arrondissement parigino. Anche l'Italia ospita un'unica boutique Miki House, a Milano.
Così, l'azienda giapponese di prêt-à-porter per bambino ha in seguito fatto registrare risultati in forte incremento sui due mercati. Il fatturato di Miki House è infatti cresciuto rispettivamente del 123% in Italia e del 64% in Francia a perimetro costante nei primi tre trimestri del 2010, corroborati da record di vendita storici in settembre.
"Questo grande aumento si spiega con tre fenomeni. Delle collezioni particolarmente ben curate e riuscite per il 2010/2011 […]. Dei concept-store meglio calibrati verso i gusti della clientela di lusso del marchio a Parigi e Milano. Una congiuntura economica che sta migliorando ed un euro più debole, che aumenta il potere d'acquisto dei clienti stranieri nei nostri negozi", puntualizza Luc-Aurélien Nory.
Collezione Miki House |
Ed è principalmente la clientela straniera che ha trascinato verso l'alto le vendite del brand, come spiega Sonia Meslem, responsabile del flagship: "L'80% del nostro giro d'affari è generato da una clientela straniera facoltosa che proviene soprattutto dal Medio Oriente e dai paesi dell'Est". Eh sì, perché Miki House è una griffe di prodotti d'alta gamma (circa 300 euro il costo di un giubbotto) che si distingue per la qualità dei suoi prodotti (confezionati per l'80% in Giappone) e i design ludici disseminati di dettagli originali su idee provenienti dall'arcipelago nipponico.
Tuttavia, accanto alla direttrice Francia-Italia non si trascura certamente la clientela locale, che sarà presto interessata da future iniziative e campagne di comunicazione. Una cosa è però sicura, questi buonissimi risultati sono stati percepiti come un segnale da Miki House, che adesso punterà a rafforzare la sua presenza in Europa e a penetrare in nuovi mercati.
Ricordiamo che Miki House è nata nel 1971 a Osaka, in Giappone. La griffe può contare su 500 punti vendita (di cui 300 in proprio) e si è sviluppata all'estero attraverso una filiale europea (Francia e Italia appunto). Il brand è anche appena sbarcato negli Stati Uniti con un corner all'interno di Bloomingdales e dovrebbe inaugurare prossimamente una boutique a Seattle. Miki House possiede anche dei punti vendita nel Sud-Est asiatico (Corea del Sud, Cina, Singapore, Hong-Kong, ...) e due franchising in Ucraina. Il marchio ha realizzato un fatturato consolidato di quasi 200 milioni di euro.
Di Sarah Ahssen (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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