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Maxi sequestro di articoli cinesi contraffatti

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APCOM
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12 mag 2009

Roma, 12 mag. - Maxisequestro di accessori cinesi contraffatti nel porto di Livorno, frutto di un traffico complesso che si svolgeva tra Livorno, Genova, Cremona, Milano, Verona e Firenze. Circa 160.000 gli articoli sequestrati dalla prima compagnia della Guardia di Finanza di Livorno e dal servizio antifrode dell`ufficio delle Dogane di Livorno.



L`attività d`indagine è iniziata, nell`ambito dei controlli sulle importazioni in arrivo dalla Cina nel porto di Livorno, con la scoperta di un container contenente merce contraffatta, ben occultata dietro alcuni cartoni contenenti merce di "copertura". L'indagine ha consentito di sequestrare in più operazioni, nel periodo tra maggio 2007 e aprile 2009, complessivamente circa 160.000 accessori per abbigliamento recanti noti marchi contraffatti (soprattutto scarpe e borse Nike, Hogan, Alviero Martini, Louis Vuitton, Prada, Dolce & Gabbana, Fendi). In particolare, grazie anche a indagini tecniche, sono stati acquisiti elementi probatori circa le responsabilità penali a carico di una vera e propria organizzazione criminale composta da sei persone, tutte denunciate per concorso in contraffazione e ricettazione.

I componenti del sodalizio criminale erano due persone residenti nel veronese, di cui uno rappresentante legale e l`altro socio di una società di spedizioni di Verona, un italiano con precedenti per corruzione e falsità ideologica, socio di una società di spedizioni genovese, una donna di Milano, rappresentante legale di una società e due uomini della Repubblica Popolare Cinese, il primo residente a Genova, ma molto attivo su Prato, già condannato per contraffazione e ricettazione nel 2006, con il ruolo primario di collettore della merce contraffatta in arrivo dalla Cina e responsabile della successiva distribuzione e il secondo, residente a Firenze e rappresentante legale di una pelletteria a Sesto Fiorentino.

Le attività investigative si sono svolte tra i porti di Livorno e di Genova e le città di Verona, Cremona e Milano, mentre il carico dei contenitori veniva effettivamente scaricato presso magazzini e depositi ubicati nel distretto commerciale di Firenze, gestiti da soggetti di nazionalità cinese. Le indagini hanno permesso di ricostruire completamente la "filiera del falso", il sistema di approvvigionamento delle merce contraffatta e la sua distribuzione, sistema che si avvaleva anche di varie società di comodo. La merce sequestrata, se immessa in commercio, avrebbe fruttato ai responsabili guadagni per oltre tre milioni di euro.

Fonte: APCOM