Ansa
5 lug 2017
Maurizio Galante firma i costumi del "Don Giovanni"
Ansa
5 lug 2017
Il couturier Maurizio Galante ha firmato i costumi dell'ultima opera della trilogia Mozart e Da Ponte: il "Don Giovanni", spettacolo con la regia di Giorgio Ferrara che ha aperto il 60° Festival di Spoleto. Non è la prima volta che Galante, designer italiano che vive e lavora da 25 anni a Parigi, si cimenta con il teatro. Dopo "Le Nozze di Figaro" (sempre con la regia di Ferrara) della scorsa edizione di Spoleto e "Danza Macabra", con la regia di Luca Ronconi, dell'anno precedente, Galante firma ora i costumi di una delle più simboliche opere liriche.
Attraverso i costumi, Galante interpreta i caratteri dei personaggi, enfatizza le situazioni che li coinvolgono nel corso dell'opera. Gli elementi attorno ai quali ruota la creazione dei costumi sono i volumi, le lavorazioni e l'uso del colore.
Costruzioni e forme sono rigorosamente settecenteschi e trasportano in un mondo dove i gesti sono linguaggi codificati dalla società e l'abito diventa strumento di comunicazione.
Ma quello di Galante è un Settecento immaginato, reinterpretato con occhi moderni. La silhouette tradizionale di quel secolo è realizzata con sovrapposizioni e costruzioni sartoriali che da sempre caratterizzano lo stile di Galante: costruzioni di architetture fatte da forme apparentemente semplici, risultato di un attento lavoro di costruzione del tessuto.
Le lavorazioni certosine e artigianali rendono i costumi sculture in tessuto, dove sovrapposizioni dei pizzi e decori impreziosiscono pregiate organze di seta, lussuosi ottomani, tarlatane, musseline, broccati e duchesse. Ma il racconto è affidato al colore: tutti i personaggi indossano costumi monocromatici e la scelta di quella tonalità ha il compito di comunicare emozioni e stati d'animo del personaggio.
Don Giovanni con le sue vesti rosse svela i segreti della seduzione, il complesso piacere del conquistare. Donna Elvira con glicine e lilla racconta la delicatezza d'animo del suo personaggio. Il colore inoltre comunica lo status sociale, è appannaggio delle classi ricche, le uniche a potersi permettere pigmenti pregiati e costosissimi.
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