27 gen 2023
Mattioli: 2022 chiuso con 100 milioni di euro di fatturato e 500 dipendenti
27 gen 2023
Il marchio di gioielleria Mattioli ha saputo ritagliarsi uno spazio importante sia sul mercato italiano che su quello estero in soli 10 anni d’attività. L’azienda familiare, nata nel 2013 a Torino, ma con operazioni sparse anche a Valenza e Caserta ed un’importante business nelle lavorazioni per conto terzi, ha una storia che affonda le radici nell’Antica Ditta Marchisio, storico marchio torinese del settore, fondato nel 1859 e comprato da Luciano Mattioli, padre dell’attuale Amministratore Delegato, Licia Mattioli, nel 1995.

Nel 2013, l’azienda cedette l’attività al gruppo Richemont, ricominciando sostanzialmente da zero come Mattioli SpA, ma avvalendosi di un know-how importante. “Per le lavorazioni abbiamo combinato tecnologia e manualità, tenendo saldo il DNA della manifattura italiana del lusso, ma aggiungendovi dettagli di altissima tecnologia, attingendo anche da altri settori, in particolare tutto ciò che è automazione e controlli numerici, stampa 3D e sinterizzazione”, ha dichiarato al periodico VO+ Daily, il giornale del salone orafo-gioielliero Vicenzaoro, appena conclusosi in territorio berico, l’AD Licia Mattioli, in carica dal 1998, che è anche il direttore creativo del brand.
“Per il design del nostro marchio, invece, siamo stati tra i primi a giocare su temi quali l’interscambiabilità degli elementi e la personalizzazione del singolo pezzo”, prosegue Licia Mattioli, che ricorda con orgoglio “l’impulso che abbiamo dato al nostro territorio, creando dal nulla un nuovo distretto orafo a Torino, il quinto in Italia (gli altri sono Vicenza, Arezzo, Valenza e Milano. A Torino seguono quello siciliano, che ha appena debuttato a Vicenzaoro, e l’area napoletana del gioiello e del corallo, ndr.)”.
“Torino non era certo annoverata fra le realtà legate al mondo della manifattura orafa, ora sì”, puntualizza la dirigente dalle colonne di VO+ Daily, ricordando che quando i Mattioli avevano acquisito la Marchisio aveva 30 dipendenti, arrivati ad essere oggi più di 400, mentre per quanto concerne la Mattioli attuale, “da 20 persone, ora siamo a 500 (erano 260 nel 2019, ndr.), con uno stabilimento a Torino in cui abbiamo la produzione completa e i semilavorati, che poi distribuiamo a cinque laboratori a Valenza e uno a Caserta”.

Tutto questo ha portato l’azienda torinese a concludere il 2022 raggiungendo la soglia psicologica dei 100 milioni di euro di fatturato (il dato era di 65 milioni nel 2019 pre-pandemico, ndr.), con un 80% proveniente dai mercati esteri, visto che il gruppo si occupa di effettuare lavorazioni per molti prestigiosi marchi internazionali. I gioielli Mattioli sono distribuiti nel monomarca aziendale, che si trova a Roma, e in svariate centinaia di punti vendita multimarca nel mondo.
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