Martine Rose: una discoteca cosmica in un mercato medievale
È venuta, ha visto e ha ballato musica da discoteca. Ispirata dalla cultura house italiana (degli anni ’80 e ’90, quelli d’oro della musica da discoteca del Bel Paese, la cosiddetta Italo Disco), Martine Rose ha presentato una sfilata piena di energia e mordente nel cuore di un mercato medievale nel centro di Firenze: un’altra delle sfilate-evento programmate a Pitti Uomo 103.

Cinque anni fa, un piccolo gruppo di giornalisti di moda e fashionisti fecero un lungo viaggio nelle profondità urbane della zona nord di Londra, per assistere allo show che rivelò Martine Rose, con una collezione in stile Toronto clubbing. Giovedì, a Firenze, la designer ha invitato la crema dei buyer e dei critici di moda maschile a scoprire la sua collezione per l’Autunno-Inverno 2023/24, presentata all'interno del Mercato del Porcellino, un mercato coperto risalente al XVI secolo.
Martine ha reinventato il mercato come una discoteca classica, con specchi che circondavano le colonne di granito, un ricordo del tempo in cui la dance italiana – dalla New Wave bolognese al famoso vinile di Tullio De Piscopo del 1984, Stop Bajon – affascinava i clubber inglesi.
Martine Rose ha mescolato Inghilterra e Italia nel suo cast – giovani bellezze inglesi sfilavano in coppia con muscolosi toscani, in questa sfilata co-ed. La maggior parte dei ragazzi era stata presa in prestito da squadre locali del calcio storico fiorentino, la versione medievale dello sport attuale. Qui è anche dove Martine Rose ha allestito il suo backstage, presso la sede dei vari club di questo sport, che è unica per tutti e occupa un palazzo storico, il Palazzo di Parte Guelfa. Un posto strano, con soffitti altissimi e ricolmo di lance, scudi e archibugi.

Nello spirito della collezione, un mix eclettico di camicie con frange da cowboy del selvaggio west, o idee più tradizionali come maxi giacche di velluto – una tendenza molto presente al Pitti.
Ma la chiave dello stile di Martine Rose è sempre l'incontro tra silhouette nobile e abbigliamento da città. La stilista compie un fantastico lavoro di taglio, con forme da bambola, magnifici colletti e pannelli di tessuto, volumi esagerati e spalle sfalsate... insomma, offre ogni sorta di idee e proporzioni innovative.
Inoltre, abbina giacche di shearling senza maniche con pantaloni a righe, o fantastici maglioni irlandesi nei toni del viola con pantaloni a vita bassa. Tutto fantastico.
La designer integra tanti mini loghi sulle maglie da ciclista in microfibra, o sotto forma di medaglioni che decorano i giubbotti da universitari, ma non c'è mai niente di troppo. A volte abbiamo avuto l'impressione di assistere ad un best of di Martine Rose, ma sempre con un tocco italianizzante.

“Volevo rendere omaggio alla cosmic house culture italiana. E a questo magnifico luogo, che ha ospitato un mercato per quasi mille anni. La collezione era varia e diversificata, come faccio sempre, spaziando dalla sartoria allo sportswear, passando per tutto il resto. Ma soprattutto è un vero onore essere qui”, ha esultato Martine Rose dopo la sfilata, all'ingresso del mercato.
Mercato in cui si può ammirare la Fontana del Porcellino, una statua in bronzo di un cinghiale selvatico, il cui muso i visitatori accarezzano per essere sicuri di tornare a Firenze. Segno dell'eccezionale qualità del défilé, il muso brillava della luce di mille flash, al chiaro di un quarto di luna.
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