7 nov 2013
Maroc in Mode e Maroc Sourcing hanno coinvolto 2.200 visitatori
7 nov 2013
Maroc in Mode e Maroc Sourcing, che si sono svolti nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi a Casablanca, hanno accolto ufficialmente 2.200 visitatori, 865 dei quali erano buyer internazionali. Bisogna dire che gli organizzatori, Maroc Export e l'Amith, hanno invitato anche numerosi buyer.
In Francia, ad esempio, si sono iscritti una quarantina di buyer, e la metà circa di loro con trattamento Vip, il che vuol dire che la trasferta gli è stata pagata. Erano rappresentati DPAM, Kiabi, La Redoute, CWF, Go Sport, Cacharel, Jacadi e Caroll. "Ha costituito un database di potenziali fornitori nel caso in cui noi integrassimo dei riassortimenti nei nostri piani di collezione", commenta il buyer di un'azienda transalpina.
L'organizzazione è stata giudicata molto migliore, con due padiglioni ben concepiti, ma gli espositori si sono dispiaciuti di non essere ancora abbastanza numerosi. "Il flusso di visitatori è stato basso. Ma soprattutto, l’offerta non è rappresentativa dei fornitori marocchini. Alcuni preferiscono senza dubbio le missioni mirate", nota un produttore marocchino.
Da parte sua l’Amith, l’associazione marocchina delle aziende tessili, ha registrato un incremento degli espositori del 25%, arrivati a 135. Ora, l’industria marocchina, che ha ritrovato il sorriso grazie a un aumento dell'8% delle sue esportazioni verso l’Unione Europea, mette in risalto, come del resto fa spesso, la sua vicinanza geografica al Vecchio Continente e delle barriere culturali meno elevate che in alcuni Paesi asiatici… Senza dimenticare l'immagine di stabilità che la nazione nordafricana sta riuscendo a trasmettere, tanto politica quanto monetaria.
Ma con un business che da alcuni produttori è per l'80% legato alle attualizzazioni, il calo dei consumi in Europa si è fatto sentire. "I clienti restano fedeli, ma hanno calato i loro ordini in volume, talvolta persino del 20%", sottolineano da CM3. E sono molte le difficoltà che sta attraversando il settore, fra abbandoni dei clienti, prezzi più contenuti e ordinativi che ancora fino a poco tempo fa erano in diminuzione.
Soprattutto però, rispetto ai mercati di Turchia e Portogallo, l’industria marocchina gioca la carta delle piccole serie. "Il 2013, è stato una catastrofe… ma nel 2014 e nel 2015 dovremmo andare bene. L’immagine di stabilità del Paese ci aiuta, dobbiamo ammetterlo", commenta Isaac Assayag, direttore di produzione da Aryan's.
Nel frattempo, l'Amith sta preparando numerose missioni, essenzialmente in Europa, prima di ridare appuntamento a Casablanca nell'ottobre 2014.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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