Marni offre a Milano un grande momento di moda e comunione
Trovarsi uniti, tutti insieme, nello stesso slancio creativo. Questo è il particolarissimo progetto che Francesco Risso è riuscito a realizzare sabato alla Fashion Week tramite uno show memorabile, offrendo a Milano un grande momento di emozione, di comunione e soprattutto di moda. Per questo ritorno sulle passerelle, il direttore artistico ha voluto infrangere i codici ed eliminare le barriere vestendo tutti in Marni... Scommessa riuscita!
Oltre alle modelle, i dipendenti della maison, i tecnici e le sarte, ma anche gli artisti partecipanti alla sfilata, gli ospiti speciali, le star e gli amici del brand, per non parlare dei giornalisti, tutti indossavano giacche, pantaloni o soprabiti di cotone, recuperati dalle giacenze di Marni e ognuno ridipinto a mano con grandi strisce colorate verticali. Ogni capo era addobbato con una grande etichetta bordata di rosso con la scritta “Marniphermalia”.
Inoltre, il volto di ogni ospite era per metà coperto da una sciarpa a righe della maison, sufficiente a nascondere la mascherina sanitaria e soprattutto a mimetizzare tutte le persone, così integrate in un'unica e stessa comunità. Per allestire questa enorme macchina organizzativa, i quasi 500 ospiti-partecipanti sono stati invitati pochi giorni prima della sfilata a recarsi presso lo showroom della casa di moda del gruppo OTB per una sessione di fitting. In altre parole, un'organizzazione mostruosa.
Tutti si sono poi ritrovati sabato sera in un teatro circolare costruito con assi di legno, come una zattera di fortuna. La passerella altro non era che il percorso a spirale che conduceva modelli e modelle, in un giro continuo, lungo le tribune dal basso verso l'alto, tra spettatori vestiti a righe proprio come loro. I musicisti con i loro strumenti in mano sono stati i primi a scendere dalle tribune per prendere posto nell'arena, poi i coristi si sono posizionati in piedi in mezzo al pubblico in diversi punti della sala.
Questo movimento circolare è continuato naturalmente con l'arrivo in scena dei modelli, con un cast estremamente diversificato che comprendeva donne e uomini di tutte le età, dimensioni e provenienza. Salivano e scendevano dalla passerella centrale per ripartire nella direzione opposta, avanti e indietro incessantemente. Tra di loro era travestito in incognito Francesco Risso che sfilava scalzo, avvolto in una sciarpa XXL a righe sottili lunga fino a terra. Qua e là si potevano anche individuare alcuni volti famosi, come il rapper Ghali.
Il designer ha scelto due temi principali per questa collezione Primavera-Estate 2022 della rinascita: “Le strisce che si moltiplicano ovunque, danno significato, connettono” e le margherite, che “emergono in modo resiliente per disconnettersi e riconnettersi”. Tante righe grandi, quindi, pop e grafiche, viste in outfit bicolore bianco e nero, ma anche gialle, blu, bianche, rosse, ecc. Queste fasce bicolore si ritrovavano, in particolare, in costruzioni a spirale, come se il tessuto si avvolgesse intorno al corpo in un abito attillato. Oppure, al contrario, si disfaceva scucito in alcuni punti.
Francesco Risso reinterpreta in particolare il maglione a righe marinière, trasformato in un ampio poncho-tunica blu e bianco partendo da ampie sezioni di tessuti a righe cuciti insieme. Le margherite richiamano anche l'iconografia divertente degli anni '70, in uno spirito al tempo stesso “pace e amore” e hawaiano. Le troviamo schierate sui vestiti in formato gigante, oppure in piccoli motivi fantasia bianchi, punteggiate su pantaloni o body-costumi da bagno.
Vengono anche assemblate una ad una, in diversi colori, per formare gonne o mini abiti a bouquet. Una maxi margherita bianca è applicata sul davanti di un pigiama in seta a righe blu navy e arancio dorato. Le scarpe, dal canto loro, hanno vinto il premio per l'accessorio più desiderabile della stagione. Sono tutte tessute e dipinte (calzini inclusi), riproducendo in modo identico i modelli classici di grandi griffe, dal mocassino con catena alla sneaker in tela nera e lacci bianchi.
Alcuni momenti di pura emozione scandiscono la performance messa in scena da Francesco Risso e Babak Radboy, come quando il poeta Mykki Blanco prende il microfono per recitare un suo testo, o quando la cantante Zsela intona una melodia malinconica, quasi una canzone spirituale (del compositore Dev Hynes, che ha messo in musica lo spettacolo), accompagnata dalle calde voci dei coristi sparsi per la sala.
Un ultimo giro e scoppiano gli applausi. Modelle e pubblico, tutti applaudono all'unisono e si radunano al centro del palco per abbracciarsi e baciarsi. L'emozione è palpabile. Vorremmo che non si fermasse. Gli spettatori si fermano sugli spalti, ancora stupiti ed emozionati da ciò che hanno appena vissuto.
Dopo un anno e mezzo di pandemia, questa esperienza collettiva, dove tutti hanno potuto prendere parte al progetto, dà un nuovo significato alla moda. Mentre la maggior parte delle griffe ha ripreso la consueta ‘messa solenne’ delle sfilate, come se nulla fosse, Francesco Risso sembra l'unico ad aver cambiato approccio e a proporre un nuovo percorso di riflessione.
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