Maria Grazia Chiuri (Dior): “Sosteniamo gli artigiani, attraverso l'istruzione, la scuola, perché le persone comprendano il valore di tali capacità”
FashionNetwork.com, in occasione della sfilata per la Cruise Collection 2024 di Dior e dei giorni trascorsi al fianco del brand a Città del Messico, ha raccolto le parole della stilista italiana del marchio francese, Maria Grazia Chiuri, ma anche degli artigiani che l'hanno accompagnata. Un'interessante immersione nel processo artistico della direttrice creativa di Dior.

Gli artigiani intervistati poco prima della sfilata sono stati unanimi nel definire la collaborazione con Dior “rispettosa, arricchente, gratificante”. Siamo quindi ben lontani dai marchi recentemente accusati dal governo messicano di aver “copiato” l'arte tessile messicana senza autorizzazione.
Per Maria Grazia Chiuri l'artigianalità è fondamentale. Nelle Cruise Collection del marchio transalpino, la 59enne designer romana esplora ogni volta il know-how ancestrale e locale della regione prescelta. “Ogni volta che ci fermiamo in una nazione abbiamo l'opportunità di lavorare con artisti locali e avviare un dialogo con loro. Ad alcuni di essi chiediamo un'interpretazione dei nostri pezzi iconici come la Bar Jacket o la Lady Dior”, ha detto Maria Grazia Chiuri in conferenza stampa. “Oggi abbiamo perso questo incredibile savoir-faire e sono molto sensibile a un simile argomento, visto che parte della mia famiglia viene dal sud Italia, dove le tecniche e le trasmissioni da madre in figlia sono andate perdute - ed è interessante lavorarci sopra. Le tecniche artigianali si trasmettono tra donne, l'unico Paese dove funziona diversamente è l'India, dove lo fanno gli uomini. L'artigianato in fondo è considerato un qualcosa che riguarda la vita domestica e non viene celebrato come un'arte. In Italia era così e abbiamo perso queste tradizioni. Invece celebrarle è anche un modo per interessare le nuove generazioni alla scoperta di tali artigiani e di questo modo di esprimersi”.
Sedurre le nuove generazioni ma soprattutto formarle è necessario e quasi vitale per il settore secondo Maria Grazia Chiuri. “È quanto facciamo con Dior, dal 2016: sosteniamo gli artigiani, attraverso l'educazione, attraverso la scuola, dove le persone possono capire il valore di avere tali capacità. In passato, per molte persone, in Italia per esempio, l'artigianato era una seconda scelta. Mia madre era una sarta e non considerava le sue capacità come una sua scelta”.
La direttrice artistica di Dior cita un giovane artigiano messicano che l'ha colpita particolarmente. Tanto che lo ha invitato a trascorrere due settimane negli atelier Dior a Parigi, per immergersi in un altro modo di lavorare. “È stata un'esperienza incredibile, inaspettata e sorprendente, ero affascinata da questo modo di lavorare”, ammette, ancora commossa, in un'intervista. Secondo lui e gli altri artigiani incontrati, Maria Grazia Chiuri e il suo studio hanno soprattutto collaborato e co-creato, generando uno scambio e un apprendimento da entrambe le parti.

La direttrice artistica confida, con le lacrime agli occhi: “Queste donne (le artigiane messicane, ndr.) e il loro lavoro mi hanno toccato tanto il cuore e se ci penso piango”. Le donne del Messico, dal canto loro, hanno acquisito fiducia in se stesse con questa collaborazione “che ha gettato in loro un seme, quello della fiducia, che d'ora in poi chiede solo di crescere e di rafforzarsi”, confida nell'intervista una delle tessitrici, altrettanto commossa.
“Quando abbiamo incontrato Maria Grazia Chiuri voleva incorporare l'artigianato messicano nel suo lavoro ed era così appassionata di questo progetto! Mette davvero la creazione e l'artigianato sullo stesso piano”, afferma entusiasta Circe Henestrosa, designer e curatrice della mostra di Frida Kahlo al Museo Galliera a Parigi.
Il guardaroba di Frida Kahlo
È stata lei, in un certo senso, a rendere possibile la collaborazione con gli artigiani, poiché dopo l'incontro con Maria Grazia Chiuri e su richiesta della stilista italiana ha organizzato un’estesa ricerca di artigiani in diverse regioni messicane (Oaxaca, Chiapas e la regione di Puebla) corrispondenti al guardaroba di Frida Kahlo, che punteggiava i suoi look con capi tradizionali messicani, ma anche con ricami di origine cinese o pezzi più contemporanei provenienti dall'Europa o da altri continenti.
Affascinante anche la storia della scoperta del vestiario personale di Frida Kahlo. Quando la giovane artista messicana morì nel 1954, il suo compagno Diego Rivera prese dei provvedimenti per proteggere l'intero patrimonio della giovane artista. Nominò un esecutore testamentario prima della sua morte, che arrivò solo pochi anni dopo, e chiese che alcune ricerche e il guardaroba di Frida Kahlo fossero tenuti sigillati per 15 anni. L'esecutore testamentario in questione non volle assumersi la responsabilità di togliere i sigilli a questi pezzi segretamente custoditi…. Fu quindi solo quando morì, nel 2004, che il guardaroba di Frida Kahlo fu svelato al pubblico, esattamente 50 anni dopo la morte dell'emblematica artista messicana.
Sfilare in Messico, un sogno di lunga data
“Quando Dior mi ha dato l'opportunità di sfilare all'estero, la prima cosa che ho detto è stata: ‘Voglio fare una sfilata in Messico’. Era il mio sogno, perché amo questo Paese. Fa parte della mia cultura visiva. Il Messico è stimolante e magico. Abbiamo aspettato molto tempo per organizzare questo show. Però lo scorso settembre ci siamo detti: ‘Quest'anno dobbiamo fare il Messico’. Ho avuto questo progetto per molto, moltissimo tempo in testa”, ha commentato Maria Grazia Chiuri.
Non è la prima volta che Dior presenta le sue collezioni in Messico, visto che lo stesso Christian Dior aveva intrapreso un importante tour nelle città del Centro e Sud America nel 1954. A quel tempo, lo stilista francese presentava le sue collezioni nella capitale messicana, che poi venivano vendute nei grandi magazzini El Palacio del Hierro. Solo nel 2019 la maison parigina ha aperto delle sue boutique nella capitale. Organizzare una sfilata di moda a Città del Messico vuole essere un modo per il marchio di attrarre messicani molto patriottici e aumentare le vendite? “Scegliere di fare una sfilata a Città del Messico non è una scelta di lavoro, è la scelta di un processo creativo, in quanto mi piacciono molto gli artisti messicani, i fotografi messicani. Ci sono grandi fotografi in Messico. Mi piace il modo in cui catturano l'immagine. È un discorso più artistico, sinceramente”, afferma Maria Grazia Chiuri in un'intervista esclusiva a FashionNetwork.com.
“Sono affascinata dalla cultura messicana. Da giovane ho visto una mostra su Frida Kahlo a Roma. Non era così conosciuta come oggi, ma era la prima volta che vedevo una mostra di un'artista donna e ancor di più con tali capacità artistiche. Lei è molto simbolica per me, perché incarna tutti i valori in cui mi ritrovo. Che sia attraverso il suo rapporto con il corpo, o il modo in cui ha voluto definirsi. Credo che sia un punto di riferimento universale per tutte le donne. Un precursore”, afferma la direttrice artistica di Dior.

Maria Grazia Chiuri ha infatti regalato un grande momento fashion il 20 maggio, durante il fashion show per la Cruise Collection, mandando in passerella l’interpretazione di una moderna Frida Kahlo. Le farfalle erano onnipresenti nel défilé. “Le farfalle rappresentano il simbolo della metamorfosi, del cambiamento e anche della rinascita. La farfalla è in tutte le culture un riferimento universale e ha un rapporto con l'anima. Anche in Messico le farfalle sono molto celebrate, con una presenza fortissima durante il Giorno dei Morti. È un elemento di rinascita e trasformazione. Penso che Frida attraverso il suo lavoro abbia voluto trasformare se stessa. Anche Elina Chauvet tramite il suo lavoro vuole trasformare una società troppo patriarcale. Fatto che mi è sembrato molto legato a quello che volevo raccontare”.
Qual è il parallelo che potremmo tracciare tra Frida Kahlo e l'artista invitata a esibirsi nello spettacolo, Elina Chauvet? “Elina Chauvet è un'artista femminista e anche Frida Kahlo è un'artista femminista! Parlano di non fermarsi di fronte alle avversità e della loro creatività. Elina Chauvet è molto nota in Italia. Conosco il suo lavoro da anni. È stata la prima a fare un installazione di grande impatto con le scarpette rosse per condannare i femminicidi. Purtroppo anche in Italia questo male è presente. Era uno dei miei sogni lavorare con lei”.
Progetti per il futuro
La sfilata è finita e i giornalisti se ne vanno con le valigie piene di souvenir. Tuttavia, il lavoro non si ferma qui. “Ho incontrato i rappresentanti del Ministero della Cultura del Messico e dovremo tornare qui il prossimo novembre, perché faranno un importante centro culturale a Città del Messico e mi hanno invitato per alcuni giorni. All'interno di questo spazio invitano diverse comunità a presentare il loro lavoro, e potranno poi vendervi direttamente le loro creazioni. Quando li ho incontrati, ho spiegato loro il progetto che abbiamo avviato in India, perché penso che sarebbe interessante allestire una scuola all'interno di questo centro. Dal mio punto di vista”, ha proseguito Chiuri, “è importante introdurre l'artigianato, soprattutto nelle scuole”, afferma, aggiungendo che i giovani a Parigi stanno facendo un eccellente lavoro nelle scuole.
Sembrerebbe che Maria Grazia Chiuri abbia realizzato molti dei suoi sogni creando questa collezione così speciale, ricca di emozioni. “Ricordo molto bene quando ho deciso di studiare moda. Mia madre era disperata, perché pensava che non sarebbe stato un bene per me e per il mio futuro. All'epoca non aveva capito che il sistema poteva cambiare. Avrebbe voluto che fossi un medico o avere una carriera più 'consolidata', poiché la moda era vista come domestica. Non era vista come un mezzo per esprimere la propria arte e creatività”. In nome della moda, grazie Maria Grazia Chiuri per non aver ascoltato la mamma.
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