Ansa
12 set 2019
Marc Jacobs celebra la vita nell'anniversario dell'11 settembre
Ansa
12 set 2019
La sera prima degli attentati dell'11 settembre del 2001 Mark Jacobs aveva presentato la sua collezione al Pier 54, sullo sfondo c'erano le Torri Gemelle. Era un lunedì. Fu una serata piena di colore e glamour. Il giorno dopo la tragedia che avrebbe cambiato l'America e il mondo: di quella sera rimase come uno scatto della vita a New York prima del crollo delle Twin Towers. Diciotto anni dopo, Marc Jacobs, pur nel ricordo delle vittime, vuole invece celebrare la vita e lo fa portando in passerella, come quella famosa notte alla vigilia dell'11/9, colori, allegria, felicità, ottimismo e sogni.
Non a caso la colonna sonora della serata è stato il brano degli anni '30, Dream a Little Dream of Me. Come di consuetudine Jacobs ha chiuso la settimana della moda a New York e ancora una volta non ha smesso di stupire, anche trasformando il cavernoso spazio dell'Armory di Park Avenue in una sorta di giardino della spensieratezza. I posti a sedere? Tante sedie bianche di forma diversa e disposte senza un ordine preciso. Nessuna passerella. All'inizio dello show, le modelle sono entrate tutte assieme in massa con un passo diverso dal solito. Camminavano con leggerezza, quasi dondolandosi, sorridendo tra di loro, mischiandosi con il pubblico e persino ammiccando. Addosso un'esplosione di colori. Poi si sono dirette dietro le quinte, ma quando lo show sembrava finito, ecco che invece sono uscite di nuovo, una alla volta, continuando con passo leggiadro, quasi sollevandosi da terra.
La collezione non ha un tema preciso, è piuttosto come l'hashtag di Instagram #OOTD (Outfit of the Day, abito del giorno), ossia come mi vesto oggi e Marc è andato a ripescare nel ricordo di Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Shelley Duvall, Anita Pallenberg, Ann Reinking, Doris Day. Tutte icone del passato che sono ben impresse nella memoria, schedate per sempre, non in un archivio transitorio come può essere la memoria digitale di oggi. E il messaggio di Jacobs è chiaro: la rivoluzione digitale ci porterà tutti alla fine, ma non vuol dire che bisogna sprofondare silenziosamente. Di sicuro Marc Jacobs non lo farà. L'invito è quindi alla ribellione nei confronti dei computer e di ciò che contribuisce a far scomparire la creatività umana.
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