1 ott 2013
Mandarina Duck sul punto di chiudere il sito di Bologna
1 ott 2013
In piena crisi, Mandarina Duck si appresta a lasciare la sede di Cadriano di Granarolo a Bologna. Rilevato nel 2011 dal gigante coreano E-Land, lo storico marchio specializzato sin dalla sua creazione nel 1977 nei settori delle borse, del business e del viaggio ha registrato un crollo delle vendite, con un fatturato che è passato da 31 milioni di euro nel 2011 a una ventina nel 2012, mentre le stime per il 2013 prevedono un ulteriore calo. Per fronteggiare la crisi la direzione dell’azienda ha annunciato una profonda ristrutturazione accompagnata da drastici tagli.
Sulle 52 persone che lavorano presso la sede di Bologna 22 sarebbero in esubero e 15 impiegati operanti nell’ufficio stile e per il commerciale dovrebbero essere trasferiti a Milano, mentre verrà messa in vendita la sede di Mandarina Duck. “Non si capisce cosa succederà alle 15 persone che rimangono. La riduzione dei costi prevista è di 1 milione di euro. Questo non è un piano industriale, ma è l’anticamera della chiusura del sito di Bologna! La direzione ha semplicemente annunciato tagli e chiusura senza dire in che modo pensava di recuperare quote di mercato”, spiega Marco Grandi della Filctem Cgil.
I sindacati rimproverano in particolare alla proprietà coreana di aver gestito male il rilancio del marchio, che doveva essere accompagnato da un piano di espansione in Asia. In piena campagna vendita è stato proclamato lunedì 30 settembre uno sciopero di otto ore al giorno fino a giovedì. Giovedì 3 ottobre in effetti è previsto un nuovo incontro con la Provincia, dove è aperto da mesi un tavolo per la salvaguardia di Mandarina Duck.
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