4 mag 2021
Maglificio Pini vuole crescere all’estero e presenta a Pitti Filati la sua prima collezione
4 mag 2021
Maglificio Pini, storica realtà di Forlì che produce maglieria made in Italy per le più prestigiose griffe del lusso vuole crescere all’estero, guidata dalla seconda generazione della famiglia, i fratelli Lucia, Martina e Francesco, subentrati in azienda al fondatore, il padre Pippo.
“Nostro padre ha fondato l’azienda nel 1977, anno in cui sono nata io. Già dagli anni ’80 proponevamo un prodotto innovativo per una fascia alta di mercato e siamo stati tra i primi in Italia ad acquistare le macchine rettilinee Shima Seiki, azienda giapponese con cui lavoriamo ancora oggi”, ha raccontato Lucia Pini a FashionNetwork.com. “Appena abbiamo finito gli studi i miei fratelli ed io siamo entrati in azienda con incarichi diversi e complementari, passando per i vari reparti per poi arrivare ai nostri ruoli di oggi", ha precisato l'imprenditrice, che è responsabile del prodotto e coordina tutte le fasi della campionatura, gestendo un team di 14 persone. Francesco è tecnico specializzato sulle macchine e sui programmi, mentre Martina, secondogenita, grazie alle sue precedenti esperienze all’estero, si occupa della direzione commerciale, fungendo da anello di congiunzione tra i clienti e la parte prodotto. "Il passaggio generazionale è stato un percorso in cui ci siamo impegnati tanto, portando risultati aziendali che hanno fatto capire a nostro padre che poteva fidarsi di noi e delegarci davvero le attività che aveva sempre seguito in prima persona. Uno dei nostri punti di forza è sicuramente l’essere fratelli molto uniti e affiatati, poi abbiamo un team di 45 dipendenti, molto appassionati, con un’età media sotto i 40 anni e con una forza trainante al 90% femminile”, ha precisato Lucia Pini.
Una tipica eccellenza del made in Italy, anzi più precisamente del made in Forlì, dove il saper fare e la qualità si tramandano tra generazioni della stessa famiglia e spingono la crescita anche all’estero. “Sin dal 2011 abbiamo puntato molto sull’estero, che oggi per noi rappresenta l’85% del giro d'affari totale, con Stati Uniti in testa, seguiti da Francia e Inghilterra. Per il futuro, vogliamo approcciare la Cina, un mercato con un grande potenziale ma complesso da penetrare. Abbiamo poi clienti in Nord Europa, interessati soprattutto al tema della sostenibilità e ai nostri filati eco e bio, nonché al cashmere riciclato”, prosegue Martina Pini. “Vogliamo continuare ad essere un vessillo del made in Italy nel mondo; ormai di maglifici piccoli come il nostro, a gestione famigliare e con un posizionamento molto alto, ne sono rimasti pochi. Siamo specializzati nelle lavorazioni più difficili e particolari, utilizzando anche tecniche nuove con una grande attenzione verso la tecnologia: inseriamo un macchinario nuovo ogni anno e lo stesso vale per i programmi”.
Sul fronte sostenibilità, Maglificio Pini è certificato Impresa Etica ed è partner di Re.Verso, realtà di filiera integrata che ricicla gli scarti di produzione dando loro nuovo vita. Altri materiali vengono invece donati al Politecnico di Milano, in modo che gli studenti li possano usare nei loro laboratori. “Oltre ad utilizzare da anni filati ecologici e cashmere riciclato, abbiamo adottato anche un packaging ecologico e buste biodegradabili, realizzati da un nostro partner italiano”, precisa l’imprenditrice.
La produzione di Maglificio Pini è molto ampia e oltre alla classica maglieria arriva alla realizzazione di abiti in viscosa talmente compatta da non sembrare di maglia, di reggiseni e body, fino alla recente proposta di sportwear (short, leggings e bra), oltre ovviamente a capispalla, giacche, maglioni tecnici da sci e persino maglioncini per cani. Una parte importante della produzione consiste nella lavorazione del cashmere, soprattutto in finezza 18, ma anche di lana, cotone, seta, lino, raffia, filati di carta, metallici e viscose. Il maglificio è inoltre specializzato in dettagli in pelle e pelliccia, nell’applicazioni di ricami, Swarovski e altre decorazioni che personalizzano i capi prodotti. La produzione è curata in ogni singolo step: dalla tessitura al finissaggio, che comprende lavaggio, stiratura e confezionamento finale.
L’azienda, che per strategia non ha mai creato un proprio brand, presenterà al prossimo Pitti Filati, la cui edizione fisica è programmata dal 28 al 30 giugno, una mini collezione volta a mettere in evidenza i punti di forza e le tecniche più innovative. “Solitamente partecipiamo al Pitti con il nostro archivio di punti, oltre 4.000, e con una selezione di capi del nostro archivio, che solo per quanto riguarda i modelli più complessi realizzati dal 1977 ad oggi ne conta circa 1.500”, spiega Lucia Pini. “Grazie all’ingresso nel nostro organico di una ragazza neolaureata al Politecnico di Milano che ci ha aiutato nel progetto, abbiamo deciso di presentarci con una vera e propria collezione da mostrare ai nostri clienti”.
Nonostante la pandemia, Maglifico Pini, che nel proprio stabilimento arriva a produrre circa 50.000 capi all’anno, nel 2020 ha registrato una crescita a doppia cifra rispetto al 2019. “Per quest’anno ci piacerebbe molto riuscire ad eguagliare la performance del 2020. Stiamo selezionando nuovo personale, il reparto produzione continua a crescere e l’ufficio commerciale estero è quadruplicato”, conclude Lucia Pini. “Abbiamo inoltre in programma una collaborazione con l’Istituto Professionale ENAIP per la realizzazione di un corso di maglieria nelle loro sedi a Cesena e Forlì. Metteremo a loro disposizione alcuni dei nostri macchinari e i nostri tecnici, per insegnarne l’utilizzo agli studenti. È fondamentale che la maestria e la tecnicità che sta dietro il tipo di lavoro che c'è in un'azienda come la nostra non vadano perdute e possano tramandarsi alle future generazioni”.
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