Ansa
31 mar 2020
Macy's mette in congedo la maggior parte dei suoi 130.000 dipendenti
Ansa
31 mar 2020
Uno tsunami sulle vendite al dettaglio. L'ondata di chiusure legate al coronavirus travolge i grandi magazzini, già in crisi con l'ascesa di Amazon e il cambio dei gusti dei consumatori. E così di fronte al crollo delle vendite Macy's mette in congedo senza paga la maggior parte dei suoi 130.000 dipendenti, assicurando solo la copertura fino a maggio del premio per l'assicurazione sanitaria.

Si tratta di un colpo pesante a un mercato del lavoro americano già caduta libera. Secondo uno studio della Fed di New York, l'emergenza coronavirus rischia di tradursi nella perdita del posto di lavoro per 47 milioni di persone entro giugno, con un tasso di disoccupazione che può raggiungere il 32,1%, superando il picco del 24,9% della Grande Depressione. I primi dati sull'occupazione hanno già mostrato le evidenti ferite inflitte dal coronavirus: nella settimana che si è chiusa il 21 marzo la cifra record di 3,3 milioni di americani ha chiesto sussidi alla disoccupazione. I dati ufficiali sul mercato del lavoro sono attesi venerdì. Secondo le stime l'economia ha perso in marzo 100.000 posti di lavoro rispetto ai 273.000 creati in febbraio. Il tasso di disoccupazione è atteso salire al 3,8%.
Numeri destinati a salire data l'estensione fino al 30 aprile delle linee guida sul distanziamento sociale decisa da Donald Trump. Un allungamento che rischia di travolgere il settore delle vendite al dettaglio: 630.000 outlet sono stati costretti a chiuder e la National Retail Federation stima in 430 miliardi i ricavi che l'industria vedrà andare in fumo nei prossimi tre mesi. Il vero nodo - è l'allarme - è quanti outlet e grandi magazzini saranno in grado di riaprire.
Le difficoltà di Macy's si inseriscono in questo quadro. La società congeda la maggior parte dei suoi dipendenti decidendo di mantenere solo la "forza lavoro minima per le operazioni di base". Per risparmiare il colosso ha anche deciso di fermare le spese di capitale e il pagamento del dividendo, oltre a prelevare risorse da linee di credito a cancellare alcuni ordini. Insomma tagli a tutto campo, anche gli stipendi dei manager, per cercare di superare la tempesta e riaprire.
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