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18 gen 2016
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MMU: da Gucci la memoria riattivata dalla poesia

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Ansa
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18 gen 2016

Come in una reazione chimica, la memoria viene riattivata dalla poesia sulla passerella di Gucci, dove sfila una collezione che, restituendo possibilità inespresse al passato, getta uno sguardo nuovo sul futuro.

MMU: Gucci, collezione uomo F/W 2016/17


Per Alessandro Michele fare moda comincia infatti con l'aprire l'armadio dei ricordi, che non sono reliquie inerti, ma "scintille capaci di costruire costellazioni ricche di futuro in cui il passato possa incontrarsi con il presente". Una citazione di Walter Benjamin che illustra l'operazione di repechage dello stilista che, in un solo anno alla guida creativa di Gucci, ha imposto il suo segno, e non solo nella maison della doppia G.

Una sorta di detonatore che ha fatto esplodere la questione del genderless e imposto il suo segno iperdecorato, che si ritrova oggi in molte collezioni. Se essere copiato è un segno del successo, Michele dice però che piuttosto preferirebbe un premio. Sulla questione del genderless è ancora più deciso: per lui la fluidità dei generi è un dato di fatto, non una provocazione. E aver fatto da detonatore lo porta a domandarsi perché non ci siano state altre esplosioni.

MMU: Gucci, collezione uomo F/W 2016/17


Lui, di suo, di coraggio ce ne ha messo parecchio quando è andato in passerella la prima volta con le camicie con il fiocco e le ruches: "in fondo ero consapevole di aver fatto una cosa per cui sarei potuto andar via il giorno dopo, ma - nota - se fai le Olimpiadi devi correre". E lui corre talmente veloce che è passato avanti e oggi non si preoccupa nemmeno di dover dire qualcosa di nuovo a ogni stagione: così nella collezione per il prossimo inverno, vista in passerella a Milano, ci sono le sue ossessioni e i pezzi iconici del brand, i tessuti fatti con i vecchi telai obsoleti e i pantaloncini da basket, i cappellini in stile peruviano con le orecchie infantili e i completi pigiama in seta ricamata, il bestiario poetico e i colori, le lavorazioni all'uncinetto e i ricami, i broccati francesi e le tappezzerie inglesi, tutto tenuto insieme in un gioco anarchico all'incrocio tra divertimento e poesia.

Il cappotto in broccato è sfrangiato, come se fosse uscito da un vecchio baule, il completo pigiama è tutto stropicciato, quasi come se fosse già stato indossato per dormire: tutto ha un'aria vissuta eppure nuova. C'è qualcosa di familiare nella T-shirt con l'immagine di Linus, un ricordo di infanzia che è uno dei temi che ricorrono insieme alla passione per la natura e per gli animali, con l'immagine di un orso su un cappotto, di pavoni sul completo stile cinese in velluto ricamato, della vespa sulla mantella con la scritta 'aveugle par amour', del serpente che si inerpica sull'abito indossato con la maglia dolcevita rossa, la stessa che sfoggia, sotto la cappa sempre rossa, la modella transgender Hari Nef, che ha debuttato in passerella alla New York Fashion Week, la primavera scorsa ed è stata nominata per i SAG (Screen Actors Guild) Award per la serie TV "Transparent". Da lei Michele è rimasto incantato, tanto da affidarle anche l'account snapchat della maison. Quando l'ha incontrata racconta di essere rimasto "turbato dalla sua bellezza, dal suo modo di essere totalmente libera, di sentirsi autorizzata a non avere alcun tipo di condizionamento".

Hari Nef


Un po' come ha fatto lui con la sua moda, con una visione personale con cui è riuscito a dar vita a quelle che sono le nuove icone della Gucci di oggi, come la pantofola di pelliccia e le camicie con il fiocco, che oggi in passerella hanno accompagnato i pantaloni da basket in lurex, i bomber in raso ricamati, i cappottoni in candida pelliccia, le mantelle di maglia all'uncinetto, le vestaglie di velluto, i blazer con le frange, il cardigan nero con la dedica a Bowie, le tute di velluto e i completi pigiama.
 

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