Pubblicato il
2 mar 2011
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MI Milano Prêt-à-Porter: il talento incontra il business
Pubblicato il
2 mar 2011
2 mar 2011
MI Milano Prêt-à-Porter (25-28 febbraio 2011) ha chiuso la sua quarta edizione registrando 8.443 visitatori (+16%), di cui il 23,9% provenienti da oltre 70 paesi esteri e con un refresh, in 4 anni, del 50% degli espositori circa.
MI Milano Prêt-à-Porter - Foto di Filippo Lenzi - www.immaginiinvideo.com |
Sul fronte internazionale hanno visitato la fiera anche alcune delegazioni di buyer stranieri ospitate in collaborazione con l'ICE (Istituto del Commercio Estero) arrivati da Hong Kong, Corea del Sud, Russia, Repubblica Ceca, Polonia, Ucraina, Kazakistan e Azerbaijan. I buyer esteri hanno apprezzato particolarmente gli accessori fatti a mano, la lingerie, le collezioni ecofriendly e quelle ad alto contenuto tecnologico. Sempre in voga la richiesta di capi dal taglio classico, insieme però alla volontà di innovarsi: gradite infatti le novità creative presentate dai giovani talenti di HotHouse.
“Per noi è stata un’edizione soddisfacente, abbiamo toccato mercati nuovi (Malta, Stati Uniti, Arabia Saudita, Barhein e Qatar, nonchè alcuni giapponesi e tanta Romania, Croazia e Moldavia. Forse gli ordini sono stati minori rispetto a settembre ma abbiamo allacciato molti nuovi contatti, cosa notevole se si pensa che, a causa della crisi libica e degli altri paesi del Nord Africa, molti buyer di quelle aree non sono potuti venire in fiera", ha dichiarato Walter Koller, Sales Manager dell’azienda londinese David Fielden. "Noi partecipiamo anche al salone Atmosphère di Parigi e ad uno nuovo in America, ma al MI Milano Prêt-à-Porter torneremo sicuramente perchè il livello è abbastanza alto e la fiera investe molto sui nuovi stilisti, che ad oggi sono diciassette (ne facciamo parte anche noi) ma che dovrebbero diventare trenta. C’é poi una cura dei dettagli che personalmente mi piace molto, il cocktail e il caffé offerto agli espositori due volte al giorno con servizio allo stand, una musica lounge di sottofondo, insomma, dei tocchi che fanno la differenza”.
MI Milano Prêt-à-Porter - Foto di Filippo Lenzi - www.immaginiinvideo.com |
“I numeri confermano che la strada intrapresa e le scelte strategiche fatte sono state vincenti – dichiara Marco Serioli, direttore esecutivo di Fiera Milano Rassegne. E molto positivi sono stati i risultati sia in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi. I buyer e gli altri operatori del settore hanno apprezzato la qualità, la vestibilità e il ‘bello’ made in Italy delle collezioni esposte. Apprezzato anche l’ampliamento della gamma espositiva all’underwear, in uno spazio dedicato, con un nucleo di aziende forti, scelta che si pone in linea con la novità della scorsa edizione, che aveva portato in manifestazione il beachwear di alta qualità.”
“Questa è la seconda volta che partecipiamo a MI Milano Prêt-à-Porter con il marchio Ritratti e, rispetto alla prima edizione, abbiamo avuto diversi contatti di operatori dell’abbigliamento che vorrebbero inserire l’intimo nei loro negozi, il che ci apre nuove opportunità. Per me questo salone è una piattaforma utile per la comunicazione dei marchi e dei loro progetti. Se gli organizzatori hanno intenzione di sviluppare ulteriormente il settore dell’intimo credo che portemo seguirli per una comunicazione mirata per gli addetti della lingerie e del beachwear – ha spiegato a FashionMag.com Paolo Parietti, direttore commerciale di Delmar, azienda produttrice del marchio Ritratti.
Una globale soddisfazione, dunque, manifestata dalla maggior parte degli espositori delle diverse categorie merceologiche proposte in fiera, dal pret-à-porter all’intimo, dai produttori di cappotti e giacconi rifiniti di pelliccia a quelli di lingerie. “Sono molto contento dei risultati: abbiamo fatto tanti ordini con Italia ed estero e credo che, rispetto allo scorso anno, possiamo parlare di un incremento del 100% - ha dichiarato a FashionMag.com Andrea Cremato, titolare della Fc Italia e presente con il brand Flo&Clo.
Una corsia del Mi Milano Pret-à-Porter -Foto di Filippo Lenzi - www.immaginiinvideo.com |
Uniche critiche mosse da molte delle aziende intervistate da FashionMag.com hanno riguardato l’architettura degli stand. “Queste griglie creano una barriera tra cliente e chi deve vendere”, ha commentato Roberto Naldi, titolare di Ro.di Group SRL. E ha aggiunto: “Noi dall’interno dello stand fatichiamo a vedere chi passa tra le corsie e il buyer non ha un’ottima visibilità e un impatto immediato con il prodotto. Tanti che magari vorrebbero toccare un capo non possono farlo senza entrare sullo stand e non è detto che tutti vogliano per forza entrarci, temendo di essere poi “bloccati” dall’espositore. Sarebbe anche da migliorare la segnaletica per arrivare in fiera e si potrebbero trovare servizi di ristorazione meno cari all’interno della manifestazione. Noi abbiamo come sempre lavorato bene, ma trovo che questi aspetti penalizzino gli espositori di una fiera che ha un grande potenziale”.
Elena Passeri
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