MFW: da Fendi un inno all'orchidea e al 'Colosseo quadrato'

Alla fashion week di questa stagione Fendi imbocca una strada diversa, disseminata di nuovi simboli. Il primo è l'orchidea, che evoca leggerezza e bellezza. L'idea l'ha avuta Karl Lagerfeld la scorsa stagione, quando ha voluto inserirla (vera) nella collezione; così, durante il defilè della P/E 2015, il fiore si declina nei ricami sul fondo nero degli abitini con tagli geometrici di sbieco, negli intarsi in 3D sui giubbotti in pelle, nella pelliccia portata corta sopra la vita, e poi diventa retro degli alti sandali in pelle colorata e pure fermacapelli.

La maison romana che fa capo a LVMH, dunque, non dimentica le sue origini, e dimostra che accanto all'internazionalità del colosso di cui fa parte rimangono forti le radici italiane, con una prova impeccabile di artigianato che si mostra su ogni capo.

Il secondo simbolo è il 'Colosseo quadrato', il palazzo della Civiltà Italiana di Roma dove la label si trasferirà a partire da gennaio, pronta a rimanerci per 15 anni. Il progetto fa parte di quel dialogo con la cultura iniziato con il restauro della Fontana di Trevi e del complesso delle Quattro Fontane.

L'edificio, dunque, "inizia già a essere fonte di ispirazione", garantisce Silvia Venturini Fendi nel backstage, a cominciare dall'allestimento della passerella, "una strada proiettata verso il futuro, in vista delle cose nuove che avverranno al brand, mentre le pareti della sala riproducono le arcate del palazzo".

In pedana, il mood vira verso uno stile più 'young': "la collezione è molto giovane e urbana", precisa la stilista, non ci sono mezze misure, "o molto corto o molto lungo", e c'è anche il jeans, "perché inizia a essere molto richiesto anche dai più giovani".

Fendi é pelliccia (come sempre), ma non solo, perché in pedana salgono anche sperimentazioni con la pelle, su bomberini e borse, verniciata o a frange laserate. La seconda tornata di abiti è architettonica, silhouette super costruite a forma di gabbia.

Del resto, la moda e l'architettura sono stati la migliore forma di espressione dell'avanguardia nei primi decenni del XX secolo, "ha detto Karl Lagerfeld" e proprio "il palazzo della Civiltà ne è un perfetto esempio".

Infine, esce una serie più leggera, in organza con applicazioni in macro paillettes e inserti in volpe, e poi gonne leggere che quasi non si capisce se siano fatte di piume o pelliccia.

Tra gli accessori, la nuova baguette 'Très baguette' ('molto baguette') con la chiusura-logo che appare e scompare secondo la volontà della proprietaria.